Lo smog nuoce ai bambini, pediatri
si impegnano ad azioni anti-inquinamento
Lo smog nuoce ai bambini. Lo conferma la scienza. E i pediatri si impegnano ad azioni concrete per la riduzione dell’inquinamento, legate soprattutto all’informazione, all’esempio, alla presa in carico di iniziative per migliorare la qualità dell’aria. Gli impegni sono contenuti nel documento di consenso ‘Inquinamento atmosferico e salute’, presentato questa mattina a Roma, che contiene le proposte delle società scientifiche pediatriche e del gruppo di lavoro ‘Ambiente e primi 1.000 giorni’ per migliorare la salute dei bambini e delle famiglie. Un testo sottoscritto da Associazione culturale pediatri (Acp) e Gruppo pediatri per un mondo possibile, Federazione italiana medici pediatri (Fimp), Società italiana di medicina perinatale (Simp), Società italiana di neonatologia (Sin) e Società italiana di pediatria (Sip).
Contro l’inquinamento, “molti degli interventi di dimostrata efficacia si basano su un cambiamento a livello nazionale che deve essere deciso e guidato da istituzioni governative”, si legge nel documento. Ma è “altrettanto importante ricordare come sia nevralgico l’apporto dei cittadini, affinché adottino comportamenti individuali virtuosi per aiutare a ridurre l’inquinamento atmosferico e migliorare la salute della popolazione. Anche le società scientifiche pediatriche, i singoli pediatri, e più in generale gli operatori di salute che lavorano a contatto con le donne e i bambini possono guidare i cambiamenti e le azioni necessarie a ridurre il carico di malattia dovuto all’esposizione all’inquinamento, con una particolare incisività nei contesti assistenziali che avviano e mantengono una sistematica continuità delle cure pediatriche dalla nascita all’adolescenza”.
Queste, in sintesi, le azioni a cui gli estensori del documento si impegnano: migliorare, con la formazione, le conoscenze e le competenze sui cambiamenti climatici e le misure di prevenzione; informare pazienti e famiglie sul pericolo dell’inquinamento atmosferico, in particolare in presenza di condizioni cliniche che possono essere causate o esacerbate dall’inquinamento atmosferico e in caso di residenza in aree ad elevato inquinamento ambientale, includendo consigli sui cambiamenti che possono essere messi in atto per ridurre l’esposizione e il contributo individuale all’inquinamento.
Ancora: fare attività di promozione e disseminazione e promuovere i temi affrontati nel documento presso altre società scientifiche che si occupano di salute della donna e del bambino; adottare per primi i comportamenti e stili di vita salutari, e incoraggiare il cambiamento all’interno del proprio posto di lavoro e più in generale del sistema sanitario nazionale; realizzare attività di advocacy a livello politico e normativo, promuovendo le iniziative esistenti a livello locale e nazionale per migliorare la qualità dell’aria.
(Fonte: Adnkronos)