Bimbo non vaccinato ricoverato per tetano, primo caso dopo 30 anni
Sono circa i 60 casi di tetano ogni anno in Italia, con 20 morti. Il dato arriva dall’Istituto superiore di sanità, che nei giorni scorsi aveva realizzato un’analisi dell’impatto epidemiologico delle patologie per le quali il recente decreto ha reso obbligatorie le vaccinazioni.
I dati sono stati diffusi in seguito alla notizia di un bambino di 10 anni, in vacanza in Sardegna con la famiglia, a cui è stato diagnosticato il tetano. Il piccolo pare non fosse stato vaccinato contro la malattia. Si tratta del primo caso d’infezione dopo trent’anni.
“Si tratta di una malattia grave, ad alta letalità, molto rara fra i bambini. Basti pensare che dal 2001 al 2010 nel nostro Paese si sono registrati solo due casi fra ‘under 14′”. Lo spiega all’AdnKronos Salute Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità.
“I casi sono rari nei bambini perché di solito sono sottoposti a vaccino: infatti l’80% si registra in persone sopra i 64 anni, e per lo più donne, in area rurale. Questo perché gli uomini venivano vaccinati durante il servizio militare”, precisa l’esperto sottolineando che “nel caso del tetano non c’è immunità di gregge: il vaccino conferisce una protezione individuale”.
Il tetano, infatti, è una malattia infettiva acuta non contagiosa causata dal batterio Clostridium tetani. “Un bacillo Gram-positivo che cresce solo in assenza di ossigeno (cioè è anaerobio), ed è presente in natura sia in forma vegetativa sia sotto forma di spore. Il germe in forma vegetativa produce una tossina, detta tetanospasmina, che è neurotossica e causa i sintomi clinici della malattia. Si tratta di una tossina estremamente potente, tanto che la quantità letale per un uomo è di circa 7 milionesimi di milligrammo”, ricorda Rezza.
Il batterio “è normalmente presente nell’intestino degli animali e viene eliminato con le feci. Le spore possono sopravvivere nell’ambiente esterno anche per anni e contaminano spesso la polvere e la terra. Bisogna essere chiari: le spore tetaniche – sottolinea l’esperto dell’Iss – sono presenti nell’ambiente e quando una persona si ferisce, se la spora trova le condizioni ideali per svilupparsi, magari perché la ferita si sporca di terra, ecco che si manifesta una malattia molto pesante e insidiosa da curare, anche ‘impegnativa’ da un punto di vista economico”. Il bimbo di Oristano sembra essere stato fortunato. “Quando le coperture vaccinali si abbassano – conclude Rezza – qualcuno si fa male”.
(Fonte: Adnkronos)