Clima, i cambiamenti muoveranno
milioni di persone nel mondo
Dieci milioni di persone per volta in movimento nel mondo, complici eventi avversi legati a cambiamenti climatici. È uno degli scenari descritti da rapporti internazionali, sul quale hanno puntato i riflettori i grandi riuniti a Milano per il G7 della Salute.
“L’impatto di questa emergenza sulle grandi migrazioni” è stato sottolineato dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che lancia un appello alla solidarietà: “I migranti, specialmente i migranti per motivi climatici, i rifugiati, gli individui e le comunità dislocate – ha affermato domenica nel suo discorso – sono vittime e non colpevoli, e questo dovrebbe essere sempre ricordato da noi e dal resto del mondo nel fornire con generosità asilo e protezione come ha fatto l’Italia”.
L’Italia, ha sottolineato Lorenzin, “è impegnata nel generare decisioni politiche basate sulla scienza e sulla crescente evidenza dei diversi impatti del cambiamento climatico e del degrado ambientale sui profili sanitari delle nostre comunità. Abbiamo voluto aprire questa strada – ha spiegato – costruendo la nostra strategia nazionale sull’economia circolare intorno a 5 aree tematiche, sulla base dell’attuale dialogo G7″. Un approccio sintetizzato da 5 P: People, Planet, Poverty, Peace, Partnership.
Preoccupano in particolare “le sfide generate dal rischio globale del cambiamento climatico e dal degrado ambientale – ha ammonito Lorenzin – che impattano anche sulla circolazione dei vettori e sulla diffusione di malattie trasmissibili, considerate una volta esotiche e ora riemergenti. Abbiamo osservato un rischio emergente di circolazione del virus polio selvaggio, focolai di Chicungunya, febbri West Nile e Dengue”.
Non solo: “La malaria è ancora presente nei nostri Paesi, e Zika è un virus ambiguo e pericoloso che ha viaggiato molto dalla sua iniziale individuazione in Asia”. Infine, “molte malattie trasmesse con gli alimenti e con l’acqua sono diagnosticate sporadicamente nei nostri Paesi. E febbri emorragiche, come Ebola e Marburg, sono lontane dall’essere controllate”.
Si tratta di “una situazione potenzialmente catastrofica”, ha avvertito il ministro. La possibilità di contenerla “si basa inevitabilmente sulla piena attuazione dei Regolamenti sanitari internazionali e su un sistema di sorveglianza globale che dobbiamo creare e collegare. Saremo capaci di fare ciò – ha concluso Lorenzin – se il nostro sistema diventa davvero universale e inclusivo, supera le barriere e promuove la salute come un diritto umano”.
(Fonte: Adnkronos)