“Omeopatia non cura il cancro ma migliora qualità della vita”, parola di Boiron
“L’omeopatia non si sostituisce a nessuna delle cure anticancro, non è una medicina alternativa alle terapie tradizionali ma complementare ad esse, non cura il cancro ma assicura una migliore qualità di vita ai pazienti oncologici accompagnandoli durante le cure, dalla chemioterapia alla radioterapia”. Lo scandisce a chiare lettere Michèle Boiron, ‘la globetrotter’ – come si autodefinisce – della famiglia Boiron, proprietaria dell’omonima azienda francese, leader nella produzione e commercializzazione di medicinali omeopatici. Globetrotter perché lei, farmacista di professione, oggi si dedica a girare il mondo nei Paesi dove l’azienda di famiglia è presente.
Michèle Boiron – venerdì a Roma al convegno ‘Il supporto al paziente oncologico: il ruolo del farmacista e l’opportunità dei medicinali omeopatici’, promosso dall’azienda francese nell’ambito della manifestazione ‘Farmacistapiù’, all’Auditorium Parco della Musica – si è soffermata dunque sull’importanza del ruolo del farmacista in ambito oncologico. Mentre i tumori sono in continuo aumento, grazie alle cure aumenta fortunatamente anche la sopravvivenza (secondo i dati Aiom, citati al convegno, oggi in Italia a 5 anni dalla diagnosi di tumore sopravvivono il 63% delle donne e il 54% degli uomini). Da qui l’importanza per oncologi, medici di famiglia, caregiver, infermieri e farmacisti di conoscere tutte le ‘armi’ a disposizione dei malati, una volta usciti dall’ospedale.
In particolare “il ruolo che gioca il farmacista – sostiene Boiron – è importantissimo perché, al contrario di 50 anni fa quando si limitava alla dispensazione del farmaco prescritto dal medico, oggi è un vero e proprio consulente di salute di prima linea, per fornire consigli utili nella vita quotidiana di tutta la famiglia, dai bambini agli anziani. Ma non solo. In campo oncologico, dove ormai il cancro sta diventando una patologia cronica, il farmacista deve assicurare un ‘accompagnamento’ al paziente in cura con chemioterapia o radioterapia, garantendogli la migliore qualità di vita”.
“L’annuncio di un tumore – sottolinea Michèle Boiron – rappresenta uno ‘tsunami’ per chi ne è colpito e per tutta la sua famiglia, per questo il farmacista deve mettere al servizio del paziente tutto ciò che può aiutarlo a vivere meglio. L’omeopatia, infatti, si affianca alle terapie tradizionali, trattando gli effetti indesiderati per garantire così una migliore compliance alle cure e una migliore dinamica personale di guarigione. L’omeopatia – conclude – si è dimostrata utile, in numerosi studi, nell’alleviare disturbi e problemi che si determinano a partire dal momento della biopsia al pre e post-intervento chirurgico, fino agli effetti collaterali quali nausee, mucositi, tossicità renale, astenia, insonnia, mialgie”.
(Fonte: Adnkronos)