Speranze contro il mieloma
multiplo da nuova terapia
Risultati promettenti contro il mieloma multiplo recidivato. La monoterapia con belantamab mafodotin ha dato un tasso di risposta globale clinicamente significativo del 31% con il regime di 2,5 mg/kg in pazienti con mieloma multiplo pesantemente pretrattato. Lo ha reso noto GlaxoSmithKline. I pazienti nello studio avevano ricevuto una mediana di sette precedenti linee di trattamento, erano refrattari a un farmaco immunomodulatore e a un inibitore del proteasoma ed erano refrattari o intolleranti a un anticorpo anti-Cd38. La durata mediana della risposta non è stata raggiunta a sei mesi di follow-up.
I risultati completi dello studio Dreamm-2 (Driving Excellence in Approaches to Multiple Myeloma) sono stati pubblicati su ‘Lancet Oncology’. E Gsk ha confermato la presentazione di una domanda di licenza biologica alla Food and Drug Administration (Fda) statunitense per l’approvazione della terapia nel trattamento di pazienti con mieloma multiplo recidivante pretrattati. Belantamab mafodotin attualmente non è approvato per l’utilizzo a livello globale.
“I pazienti con mieloma multiplo la cui malattia è progredita nonostante la terapia disponibile – sottolinea Hal Barron, Chief Scientific Officer and President R&D di Gsk – hanno opzioni limitate e scarsi risultati. I dati dello studio mostrano che, se approvato, belantamab mafodotin potrebbe offrire una nuova importante opzione di trattamento per questi pazienti”.
Al centro dello studio un immunoconiugato umanizzato diretto contro l’antigene di maturazione delle cellule B (Bcma). I pazienti coinvolti presentavano un mieloma multiplo in corso di progressione, peggiorato nonostante lo standard di cura. I malati sono stati randomizzati in due bracci a ricevere 2,5 mg/kg o 3,4 mg/kg di belantamab mafodotin, ogni tre settimane. Complessivamente, i pazienti nel Dreamm-2 presentavano una malattia più avanzata e una prognosi peggiori (nonché un numero maggiore di precedenti linee di terapia) rispetto ai pazienti con nel Dreamm-1, il primo studio sull’uomo di questa terapia.
“Ogni giorno vedo pazienti che trarrebbero beneficio da ulteriori opzioni terapeutiche perché la loro malattia è avanzata e non sta rispondendo più ai trattamenti disponibili – commenta Sagar Lonial, Chief Medical Officer, Winship Cancer Institute della Emory University e primo sperimentatore del Dreamm-2 – I dati pubblicati oggi non solo rafforzano il significato del Bcma come target, ma sottolineano anche il potenziale di belantamab mafodotin, se approvato, come opzione di trattamento nella pratica clinica in questa popolazione di pazienti”.
Qualora venisse approvato, belantamab mafodotin sarà il primo agente anti-Bcma disponibile negli Stati Uniti. Ulteriori studi stanno valutando il prodotto come monoterapia di terza linea nel mieloma multiplo recidivato/refrattario e in combinazione con trattamenti standard e nuovi in prima e seconda linea.
(Fonte: Adnkronos)