No a buffet, sì a Spa con distanze:
il “galateo” del turismo sicuro
In hotel rispettando le distanze e, quando non sono garantite, o le regole locali lo prevedono, indossando la mascherina. Sempre ‘mani pulite’ e al posto di stringerle meglio un sorriso (anche coperto dalla protezione). Sconsigliati i buffet, “a causa del rischio di uno stretto contatto fisico con altri, di oggetti condivisi e più persone che toccano le superfici”. Sì a palestre, spiagge, piscine, Spa, saune e bagno turco, con alcune accortezze, per esempio la presenza ancora una volta di un adeguato distanziamento (di conseguenza un limite al numero di persone che possono accedervi contemporaneamente), e l’uso di mascherine sulla base dei regolamenti nazionali. E’ il nuovo galateo del viaggiatore, l’etichetta per un turismo sicuro ai tempi di Covid-19.
E a suggerirne le regole è una guida dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), pubblicata in questi giorni con indicazioni sia per chi il turismo lo pratica da cliente e per chi invece lavora nel settore. Consigli riassunti anche online nello spazio dedicato alle domande e risposte. La guida punta ad accompagnare turisti, gestori e personale in ogni fase. Dall’arrivo nella reception di un albergo, dove si verrà accolti da personale adeguatamente istruito sulle misure di protezione (quindi attento a distanze, uso di mascherine se c’è trasmissione comunitaria diffusa del virus) da adottare in prima persona e spiegare al cliente.
Indicata anche la presenza in reception di un apposito kit di protezione e strumenti da utilizzare se ci so dovesse trovare in presenza di un caso sospetto di Covid (disinfettante, salviettine igienizzanti per le superfici, mascherina e protezione per gli occhi (occhiali, visiera, usa e getta), guanti monouso, grembiule usa e getta, camice e sacco per rifiuti a rischio biologico monouso.
Capitolo ristorante: la prima osservazione dell’Oms è che “non ci sono prove che” Sars-CoV-2 “sia trasmesso dal cibo, compreso da frutta e verdura fresca. Il virus può essere ucciso cuocendo il cibo a temperature di almeno 70 gradi centigradi”. I buffet sono sconsigliati e le sale da pranzo al coperto dovrebbero avere un massimo di 4 persone in 10 metri quadrati. La distanza dallo schienale di una sedia allo schienale di un’altra dovrebbe essere di almeno 1 metro sia all’interno che all’esterno, e anche gli ospiti che si accomodano uno di fronte all’altro dovrebbero trovarsi a questa distanza, suggerisce l’Agenzia Onu per la salute che sul fronte ristoratori offre indicazioni specifiche per garantire la sicurezza dei clienti, dall’igiene alla gestione dei dispenser.
I guanti monouso “non devono essere utilizzati” in sostituzione del lavaggio mani per chi lavora in ambito alimentare (“possono dare un falso senso di sicurezza e lavare le mani di frequente è una maggiore barriera protettiva dalle infezioni”). I dipendenti il cui lavoro comporta uno stretto contatto con gli altri, come nei ristoranti, nelle sale da pranzo e nei bar, dovrebbero indossare mascherine seguendo le regole declinate a livello locale.
Agli ospiti va ricordato di lavare le mani quando si entra e si esce dai locali. Altra colonna del galateo dell’era Covid: coprire con l’incavo all’altezza del gomito colpi di tosse e starnuti – gesto che ha sostituito la mano davanti a bocca e naso – e gettare eventuali fazzoletti in contenitori chiusi. Le guide Oms, come ha spiegato ieri da Ginevra il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, sono pensate “per sostenere i Paesi nei loro sforzi per le riaperture”. Sono linee “basate sull’evidenza, che possono essere applicate in diversi scenari di trasmissione”.
Quella sul turismo prosegue con palestre, piscine e Spa, dove valgono ovviamente tutte le regole anti contagio di base, dal lavaggio mani al rispetto delle distanze. Negli spogliatoi solo asciugamani monouso e contenitori appositi dove posizionarli una volta usati. Acqua solo per uso individuale, cestini dei rifiuti sigillati con coperchi, maniglie e aree ad alto contatto da disinfettare con regolarità durante il giorno.
L’Oms risponde al dilemma: aria condizionata sì o no? “La ventilazione è un fattore importante nella prevenzione del virus. L’aria di ricircolo dovrebbe essere evitata ove possibile. Se il ricircolo è inevitabile, aumentare il ricambio d’aria dall’esterno aprendo le finestre, se possibile e in modo sicuro, e ridurre al minimo il flusso d’aria da una persona direttamente all’altra”. I ventilatori da pavimento e da soffitto “non sono raccomandati” quando nello spazio in questione ci sono insieme viaggiatori provenienti da nuclei familiari diversi, suggerisce la guida.
Quanto ai rischi di dormire in una stanza usata da altri subito prima, l’Oms puntualizza che le strutture ricettive hanno precise procedure di pulizia, disinfezione e ventilazione da rispettare. Se questo avviene gli alloggi possono essere usati subito dopo, senza necessità che restino vuoti per un po’ tra un ospite e l’altro. Infine l’incubo di ogni turista: cosa fare se compaiono sintomi mentre si è in vacanza. “Con febbre, tosse secca o stanchezza, occorre informare il responsabile della struttura e consultare un medico attraverso le autorità sanitarie locali, poi isolarsi dagli altri, compagni di viaggio compresi. Tutti dovrebbero utilizzare la mascherina chirurgica”, il malato e i suoi contatti.
(Fonte: Adnkronos)