Coronavirus, Ricciardi: “Nella prima fase sfuggiti 700mila casi”
Rispetto alla diffusione del contagio “è stato molto grave che, nella prima fase, circa 700mila siano ‘sfuggiti’ alla diagnosi pur avendo i sintomi riconducibili al virus. Questo ha favorito sicuramente molti contagi che si sarebbero potuti evitare con un confinamento fiduciario”. Lo sottolinea Walter Ricciardi, direttore di Osservasalute e ordinario di Igiene generale e applicata all’Università Cattolica, campus di Roma, commentato l’aggiornamento al 24 ottobre dei dati relativi all’emergenza Covid-19 dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle Regioni italiane (OsservaSalute) da lui stesso coordinato.
Infatti, dai dati relativi all’indagine sierologica condotta dall’Istituto nazionale di statistica e dall’Istituto superiore di sanità (Istat-Iss), “il 66% dei positivi ha dichiarato di aver avuto i sintomi riconducibili al virus. In particolare, il numero stimato di persone con anticorpi Sars-Cov-2 e sintomi era pari a 981 mila, mentre alla data del 27 luglio i contagiati totali registrati erano 246 mila, cioè oltre 700 mila in meno”, precisa il report.
“È importante migliorare la capacità di tracciamento dei contagi, per evitare il più possibile che gli asintomatici possano trasmettere in maniera inconsapevole il virus come accaduto nella prima fase della pandemia”, afferma Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio. Rispetto alla prima fase, “è confortante la sensibile riduzione dei decessi, dovuta sia a una maggiore capacità di cura sia a una popolazione meno fragile – conclude il report – Questa ultima considerazione nasce dal fatto che nella prima fase sono decedute le persone più anziane e quindi meno in grado di resistere al virus, nonché dalla probabile diminuzione della popolazione suscettibile”.
(Fonte: Adnkronos)