Covid, variante indiana registrata
in almeno 44 Paesi del mondo

di oggisalute | 13 maggio 2021 | pubblicato in Attualità
covid_indiaAfp

E’ una delle osservate speciali. La variante indiana del coronavirus Sars Cov-2 (B.1.617), designata di recente dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come variante che desta preoccupazione (Voc), conta oltre 4.500 sequenziamenti virali caricati nella banca dati Gisaid da 44 Paesi del mondo – tra cui l’Italia – e l’Oms ha ricevuto segnalazioni di rilevamenti da altri 5 Paesi.

Per questa variante che è stata segnalata per la prima volta in India nell’ottobre 2020, sono stati identificati tre sotto-lignaggi che differiscono “per poche ma potenzialmente rilevanti mutazioni nella proteina Spike e per la prevalenza del rilevamento a livello globale”, puntualizza l’Oms. Al momento, l’Oms l’ha classificata come variante di preoccupazione sulla base dei primi dati disponibili che sembrano mostrare tassi di trasmissione più elevati. Sono stati tra l’altro osservati segnali di rapidi aumenti nella prevalenza in più Paesi. Inoltre, evidenze preliminari suggeriscono una “potenziale riduzione dell’efficacia dell’anticorpo monoclonale anti-Covid bamlanivimab”, e una “suscettibilità potenzialmente leggermente ridotta agli anticorpi neutralizzanti (sono disponibili evidenze limitate su questo per un singolo sotto-lignaggio).

I potenziali impatti della variante indiana sull’efficacia dei vaccini o delle terapie, o sui rischi di reinfezione, rimangono incerti. A sollevare interrogativi sul ruolo della variante B.1.617 e di altre come quella inglese in circolazione, è stata la recrudescenza di Covid in India. Una recente valutazione del rischio, effettuata per questo Paese dall’Oms, ha rilevato che la ripartenza e l’impennata della trasmissione di Covid in India poggia su diversi potenziali fattori, incluso l’aumento nella quota di casi di varianti a trasmissibilità potenzialmente aumentata. Dopo l’India è il Regno Unito ad aver segnalato il maggior numero di casi sequenziati per questa variante.

I britannici hanno designato il sotto-lignaggio B.1.617.2 come variante preoccupante a livello nazionale, valutandolo “almeno equivalente in termini di trasmissibilità” alla variante inglese e puntualizzando però che i dati sono insufficienti per valutare il potenziale di fuga immunitaria. Al 5 maggio, il Regno Unito riportava 520 casi di B.1.617.2 confermati genomicamente (di cui circa due terzi acquisiti a livello nazionale), 261 casi confermati B.1.617 (senza ulteriore delineazione dei sotto-lignaggi) e 9 casi confermati B.1.617.3. Urgono ulteriori studi, evidenzia l’Oms per chiarire gli aspetti incerti.

Al momento esistono analisi preliminari sulle sequenze virali disponibili che suggeriscono che i sotto-lignaggi B.1.617.1 e B.1.617.2 della variante indiana hanno un tasso di crescita sostanzialmente più elevato rispetto ad altre varianti circolanti in India. Poi, studi preliminari di laboratorio in attesa di revisione tra pari suggeriscono una “riduzione limitata” della neutralizzazione da parte degli anticorpi. Uno studio rileva “una riduzione di 7 volte” nell’efficacia di neutralizzazione contro la variante B.1.617.1 da parte degli anticorpi generati dalla vaccinazione con Moderna e Pfizer/BioNTech. Un secondo lavoro conferma una riduzione per Pfizer/BioNTech. Un terzo esamina un campione limitato di sieri convalescenti e di un altro vaccino e conclude che è stata mantenuta la maggior parte dell’attività neutralizzante. Un quarto studio parla di una riduzione di 3 volte per Pfizer e 2 volte nei sieri di guariti da malattia grave.

(Fonte: Adnkronos)

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