Covid, l’esperto: “Contro virus e varianti anticorpi monoclonali arma in più”
Se la campagna vaccinale sta svolgendo un ruolo essenziale nell’azione globale di contrasto a Covid-19, sempre più rilevanti si rivelano essere gli anticorpi monoclonali di seconda generazione che possono offrire un contributo significativo nel trattamento della patologia al suo manifestarsi. Nei giorni scorsi, la Commissione europea ha annunciato il primo portfolio di cinque farmaci che potrebbero essere presto disponibili per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 in Europa. Si tratta di quattro anticorpi monoclonali e un immunosoppressore.
“I vaccini sono una parte importantissima ma soltanto una parte della soluzione”, osserva Massimiliano Di Domenico, responsabile per l’Europa comunicazione, relazioni istituzionali e accesso ai farmaci di Gsk, azienda impegnata nello sviluppo di uno degli anticorpi monoclonali indicato dalla Commissione europea: sotrovimab. “E’ importante – aggiunge – cercare di mettere a disposizione tutte le armi possibili per combattere questa pandemia. E ci sono degli strumenti addizionali che stanno dando dei risultati estremamente incoraggianti. In particolare gli anticorpi monoclonali chiamiamoli di seconda generazione, che stanno dimostrando non solo un’efficacia importantissima, ma anche, in alcuni casi, di avere un’ottima resistenza anche per tutte le variazioni del virus che oggi stanno iniziando a palesarsi in alcune parti del mondo”.
“La Commissione europea – prosegue Di Domenico – ha formalizzato l’intenzione di utilizzare cinque nuovi farmaci di particolare importanza per contribuire alla gestione di questa pandemia e per supportare quanto è stato fatto finora grazie ai vaccini. Fra questi c’è anche l’anticorpo monoclonale sviluppato da Gsk in collaborazione Vir Biotechnology che è particolarmente efficace. Tutti gli studi condotti hanno dimostrato un’efficacia pari all’85% di riduzione di ospedalizzazione e rischio di morte per tutti coloro che hanno utilizzato questo anticorpo monoclonale”. Studi che stanno trovando riscontri anche nelle aree in cui il farmaco è già impiegato: “E’ proprio notizia di questi giorni – racconta Di Domenico – che ad Abu Dhabi, dove questo anticorpo monoclonale è già utilizzato, il 97,3% dei pazienti ha avuto un miglioramento sostanziale entro 7 giorni dall’utilizzo”.
E in questa importante partita c’è anche un po’ di ‘made in Italy’: “Sotrovimab è prodotto in Italia – spiega Di Domenico – in un sito Gsk che si trova a Parma e che è un vero e proprio centro di eccellenza a livello mondiale. E verrà esportato da Parma in tutto il mondo”.
Ma quando saranno disponibili i nuovi farmaci? Dopo l’approvazione di Ema e Fda nelle scorse settimane per l’utilizzo in uso emergenziale, con il pronunciamento della Commissione Europea si fa sempre più concreta la possibilità di avere a disposizione queste nuove armi contro il virus. “Adesso che l’Unione Europea si è formalmente pronunciata nei confronti di sotrovimab – osserva Di Domenico – gli Stati membri possono muoversi direttamente approvando a livello locale l’utilizzo in uso di emergenza e quindi procedendo ad acquistare l’anticorpo monoclonale e renderlo disponibile nel proprio Paese. Oppure possono seguire la Commissione Europea e aderire a quel processo che si chiama joint procurement agreement, grazie al quale la Commissione negozia per conto di tutti gli Stati membri che vogliano far parte dell’accordo”.
“In ogni caso – conclude Di Domenico – la priorità dovrebbe essere data dal timing. Penso sia di fondamentale importanza che tutti gli Stati membri in Europa e, da italiano, mi permetto di dire che l’Italia in particolare, si muovano al più presto possibile. Uno degli apprendimenti importantissimi di questa pandemia è l’importanza della pianificazione, per far sì che non ci si trovi in futuro a dover gestire delle situazioni in piena crisi”.
(Fonte: Adnkronos)