Fumo: con dati chiari il 66% lascerebbe
le sigarette per alternative
Dire addio alle sigarette tradizionali e convertirsi ai prodotti senza combustione, da quelli a tabacco riscaldato alle sigarette elettroniche. Il 66% dei fumatori italiani adulti sarebbe più propenso a intraprendere questa strada se avesse maggiore chiarezza sulle differenze, nonché sulle relative evidenze scientifiche. E’ uno dei dati che emergono da un nuovo studio – ‘La disinformazione: un grande ostacolo per un futuro senza fumo’ – condotto dall’Istituto di ricerca indipendente Povaddo per conto di Philip Morris International in 26 Paesi nel mondo, su un campione di 30 mila persone.
L’indagine fotografa il ‘fattore I’, l’impatto che può avere un’informazione accurata sulle scelte dei tabagisti. Secondo quanto rilevano gli autori, infatti, l’89% dei fumatori del Belpaese che sono passati ai prodotti alternativi conferma come una molla importante che ha fatto scattare la decisione è stata proprio “un’informazione accurata sulle differenze tra questi prodotti e le sigarette tradizionali”.
Dall’altro lato, quali sono i freni che ostacolano la ‘transizione’? Ancora una volta, secondo una buona quota, incide principalmente la mancanza di informazioni (22%). Lo studio, spiegano i promotori, mostra che, mentre gli effetti del fumo sono quasi universalmente noti, una larga parte dei fumatori non è a conoscenza dei prodotti alternativi, non può accedervi o è confusa dalle informazioni disponibili che rendono difficile una scelta consapevole.
“In Philip Morris International diamo priorità alla trasparenza nella trasformazione del nostro business verso un futuro senza fumo, chiedendo alla politica, alla comunità scientifica e alle Ong di rivedere e verificare i risultati dei nostri studi scientifici – dichiara Grégoire Verdeaux, Senior Vice President, External Affairs di Philip Morris International – Fornendo ai fumatori adulti informazioni basate sulla scienza relative ai prodotti alternativi, possiamo accelerare il declino delle sigarette per renderle un ricordo del passato nel più breve tempo possibile”.
Sempre dall’indagine, emerge che affrontare la disinformazione sulla base delle evidenze scientifiche viene visto dagli intervistati come una responsabilità collettiva per raggiungere più velocemente un futuro senza fumo. Tanto che il 73%, percentuale che sale all’84% nei fumatori, si dice favorevole alla collaborazione tra aziende, istituzioni ed esperti di salute pubblica per garantire ai fumatori accesso a informazioni accurate sulle alternative senza combustione.
(Fonte: Adnkronos)