Le nuove sfide dei cardiologi del dopo Covid
‘4Il cardiologo davanti alla sfide del dopo Covid, tra progressi terapeutici e criticità organizzative. Saranno questi i temi al centro di un congresso organizzato dall’associazione Avicenna, dal titolo “Il cardiologo negli anni ’20 – Ricerca, certezze e suggestioni”, che si svolgerà a Palermo, allo Splendid Hotel La Torre, da giovedì 5 a sabato 7 maggio. Si tratta del primo evento realizzato per una platea nazionale dall’associazione scientifica nata un anno fa, il cui nome è ispirato al filosofo e medico persiano vissuto intorno all’anno Mille, da molti considerato come “il padre della medicina moderna”.
Responsabili scientifici del congresso sono: Francesco Clemenza, cardiologo, presidente di Avicenna, e i cardiologi Giuseppe Centineo e Vincenzo Cirrincione, soci fondatori dell’associazione.
Nel corso delle tre giornate di studio sono attesi oltre 50 relatori provenienti da tutta Italia, che si confronteranno sui temi più attuali delle malattie cardiovascolari, nell’arco di sei sessioni di interventi. Il congresso ha l’obiettivo di dare una rappresentazione dei principali quadri clinici conosciuti: vi sarà quindi una sessione basata sulla presentazione dei dati di alcuni registri nazionali ed internazionali, con il coinvolgimento di importanti ricercatori in questo campo.
Inoltre, il confronto sarà dedicato a fornire una chiave interpretativa critica, dal punto di vista delle evidenze scientifiche controllate e delle conseguenti linee guida, nel campo della cardiopatia ischemica e dell’insufficienza cardiaca. Ampio spazio, inoltre, sarà dato alle innovazioni nell’ambito dei dispositivi medici, nelle diverse e crescenti applicazioni cliniche oggi disponibili. Lo schema del congresso prevede un numero abbastanza limitato di presentazioni, con un rapporto rispetto al tempo destinato alla discussione a favore di quest’ultima: una precisa scelta metodologica dei responsabili scientifici per una reale interazione tra la platea dei relatori e quella dei partecipanti.
“Non si può prescindere dagli effetti della pandemia, – sottolinea Francesco Clemenza – una fase storica particolare che ha cambiato molto le cose, creando le basi per la profonda crisi che stiamo vivendo. Si è ulteriormente allargata la distanza tra ospedale e territorio. Il paradosso è che la cardiologia, come altre discipline scientifiche, sta vivendo un progresso notevole in tema di farmaci, dispositivi e nuove tecnologie, ma poi si fa fatica a mettere in pratica tutte queste innovazioni, sia per le criticità causate dalla pandemia, che per le difficoltà di gestione delle politiche sanitarie. Abbiamo, dunque, bisogno di approfondire i quadri emergenti dal punto di vista delle conoscenze scientifiche, – conclude il cardiologo – in particolare quelli per cui vi sono stati in epoca recente sostanziali progressi terapeutici”.
Provider e segreteria organizzativa del congresso sono a cura di Biba Group.