I dati dello studio dell'University of Rochester Medical Centre di New York

Il test Psa è indispensabile nella prevenzione del cancro alla prostata

di oggisalute | 4 agosto 2012 | pubblicato in Attualità
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Oggi potrebbero essere tre volte di più gli uomini malati di cancro alla prostata in stadio avanzato, se il test di screening del psa (antigene specifico della prostata) non fosse esistito. E’ questa la conclusione di uno studio dell’University of Rochester Medical Centre di New York, pubblicato sulla rivista ‘Cancer’, che confuta in qualche modo la decisione della “Us Preventive Services Task Force”, che lo scorso maggio ha sancito che i rischi di screening di massa sulla popolazione per questo antigene superano i possibili benefici.

Secondo la task force Usa infatti i risultati falsi-positivi del test fanno scattare un’ulteriore serie di analisi e trattamenti, spesso invasivi con possibili seri effetti collaterali, come incontinenza e disfunzioni erettili. Così la conclusione finale è stata che l’esame va deciso caso per caso, sulla base dei sintomi lamentati dall’uomo, e non fatto come screening di massa.

Quest’ultimo studio ha invece analizzato i dati sull’incidenza di tumori alla prostata in fase avanzata nei primi anni ’80, prima cioe’ che il psa fosse introdotto. Il risultato è che il test ha significativamente migliorato la diagnosi precoce di un tumore che altrimenti si sarebbe diffuso anche ad altri organi. Secondo gli scienziati, se si fosse eliminato lo screening col psa, adesso si avrebbe il triplo di uomini con cancro allo stadio avanzato.

I ricercatori stimano che circa 17mila americani ogni anno si salvano ed evitano che il loro cancro alla prostata peggiori proprio grazie al psa. ”E quasi tutti gli uomini con metastasi alla diagnosi – spiega Edward Messing, co-autore dello studio – morirebbero di cancro alla prostata”.

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