Oncologi: la mastectomia preventiva non è l’unica via
“L’asportazione preventiva di seno e ovaie per evitare il cancro scelta da Angelina Jolie e annunciata, con grande clamore mediatico, non è l’unica via: si può anche fare prevenzione con controlli periodici che ugualmente riducono il rischio”.
E’ quanto afferma il celebre oncologo Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia, secondo cui un mastectomia preventiva presenta dei punti controversi.
“Una donna – sottolinea Veronesi – ha dentro una protesi che è un corpo estraneo, e qualche volta queste protesi creano una reazione o sono mal tollerate; inoltre periodicamente vanno cambiate; infine la riduzione del rischio è fortissima ma non è zero, rimane comunque un 5 per cento di rischio”.
L’alternativa alla scelta di Angelina Jolie “è la risonanza magnetica ogni anno, e l’ecografia ogni sei mesi. In questo modo potremo scoprire un tumore minimo, di mezzo centimetro, che può essere curato con una piccola asportazione di tessuto. In ogni caso la scelta deve essere individuale, ogni paziente è diverso dall’altro. Ci stiamo addentrando – continua l’oncologo – in un’era di medicina preventiva in cui stabiliremo per ciascuno qual è il rischio e per quali malattie, quindi dobbiamo capire come la persona che ha questa mutazione nel dna, (Brca1 e Brca2 n.d.r.) viva questo rischio in più”.
Il bravo medico, secondo Veronesi, “deve aiutare a scegliere in base all’ascolto della sua paziente”. E comunque, in base alla sua esperienza, il direttore scientifico dello Ieo afferma che “la maggioranza delle donne alla fine preferisce rimanere in controllo”. In ogni caso, “l’intervento non è difficile, non è la mastectomia vecchio stile”.
Per Stefano Cascinu, presidente dell’associazione di oncologi Aiom: “la scelta estrema di Angelina Jolie è rispettabilissima come scelta individuale, ma è profondamente sbagliato farne un modello per tutte le pazienti, come l’attrice stessa lascia intendere. Vivere con l’ansia, la paura del tumore, che comunque si può sempre prevenire con controlli più frequenti di quelli normalmente consigliati. Sono molto perplesso – continua Cascinu – proprio perchè se una donna così famosa e potente rende pubblica in questi termini la sua decisione rischia di creare un’emulazione, un modello valido per tutti, mentre è fondamentale che la scelta sia individuale, caso per caso, di concerto con i propri medici”.
Secondo Egidio Riggio, specialista in chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica e microchirurgia presso l’Istituto Nazionale Tumori di Milano: “per le donne a rischio ereditario, la chirurgia preventiva non deve rappresentare una scelta obbligata ma va serenamente ponderata rispetto alla decisione di eseguire per tutta la durata della vita, uno stretto monitoraggio strumentale degli organi a rischio”.
Dello stesso parere Riccardo Masetti, direttore del Centro di Senologia del Policlinico Gemelli di Roma e Presidente della Komen Italia : “la scelta che ha fatto Angelina Jolie è pienamente motivata, ma va detto subito che non è obbligatoria. Casi come il suo riguardano, infatti, meno del 10 per cento delle pazienti che affrontano un tumore del seno.