Sant’Orsola, impiantato il primo defibrillatore a prova di risonanza magnetica
Per la prima volta un defibrillatore cardiaco a prova di risonanza magnetica è stato impiantato in un paziente. L’operazione si è tenuta al Policlinico di Sant’Orsola, nella sezione di Elettrostimolazione del reparto di Cardiologia Rapezzi. Un’innovazione importante perché si stima che circa il 50-60% dei pazienti con defibrillatore cardiaco possa avere necessità di sottoporsi, entro 10 anni dall’impianto, a un’indagine di risonanza magnetica.
Il dispositivo è stato impiantato in un paziente di 46 anni affetto da cardiomiopatia dilatativa. “La procedura è stata priva di complicanze – ha spiegato il professor Giuseppe Boriani, responsabile della sezione di Elettrostimolazione – e portata a termine in breve tempo dal dottor Mauro Biffi. Grazie allo strumento innovativo l’uomo potrà eseguire in futuro, se necessario, una risonanza magnetica, un’indagine fondamentale per diagnosticare determinate patologie anche gravi, che fino ad ora era preclusa ai portatori di defibrillatore impiantabile”.
Il defibrillatore è un piccolo dispositivo “salva vita” impiantabile, per i pazienti a rischio di aritmie ventricolari, in grado di erogare automaticamente una terapia elettrica immediata. Il dispositivo “dialoga” attraverso elettrocateteri direttamente con il cuore e in caso di necessità interviene sull’attività cardiaca con impulsi elettrici. Questo nuovo modello, che ha ottenuto l’autorizzazione CE, include inoltre un algoritmo esclusivo di riduzione degli shock, che permette al dispositivo di distinguere le alterazioni del ritmo cardiaco pericolose da quelle innocue.