Occhi rossi e prurito? Arrivano le allergie primaverili
Indossate gli occhiali da sole
È primavera e a svegliarsi non sono solo le “bambine”, come cantava una vecchia canzone, non solo la natura in generale, ma anche le allergie. Sarà perché si comincia ad apprezzare lo stare all’aria aperta, sarà perché sbocciano i fiori di molte piante e i pollini vengono sparsi nell’aria, sarà perché le piogge sono più rare e il sole toglie l’umidità dall’aria, evitando di farli precipitare in basso. Tipici sintomi sono occhi rossi e irritati, dovuti a un’infiammazione della sottile membrana trasparente che avvolge il globo oculare e che produce quella che appunto si chiama congiuntivite allergica.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha posizionato le malattie allergiche al quarto posto tra le patologie più diffuse nei paesi industrializzati. In Italia gli allergici sono circa il 35 per cento della popolazione. Si stima che circa il 20% di bambini ed adolescenti e il 15% degli adulti sia soggetto ad allergia. Un disturbo decisamente in aumento.
Questo trend non può essere tuttavia giustificato solo dal naturale ciclo stagionale, deve esserci qualche altro fattore legato proprio all’intervento dell’uomo, tanto più se di allergie si parla soprattutto nei paesi industrializzati. Significativi sono infatti il cambiamento dello stile di vita e dell’alimentazione, l’inquinamento atmosferico, ma anche le variazioni climatiche e l’introduzione di nuove specie botaniche.
Le allergie variano da regione a regione e da nord a sud, in base alle piante che fioriscono in quella determinata zona e dalla percentuale di umidità e inquinamento contenuta nell’aria. Da non sottovalutare anche il problema smog. “L’aumento delle polveri sottili provoca non solo tosse e bronchite, ma anche disturbi agli occhi, come prurito, lacrimazione e rossore”, spiega Francesco Loperfido, consulente della commissione Difesa vista e responsabile del servizio di Oftalmologia generale all’unità operativa di Oftalmologia e scienze della visione dell’ospedale San Raffaele di Milano.
Fondamentale, aggiunge l’esperto, è “tenere sotto controllo il calendario della fioritura e seguire alcune semplici regole per tenere a bada la lacrimazione e gli starnuti e godersi così l’arrivo della bella stagione: gli occhiali da sole diventano un prezioso alleato”, evitare o ridurre al minimo il contatto con gli allergeni e per questo un paio di occhiali da sole di qualità si rivela un’ottima barriera protettiva. Sono da preferire quelli avvolgenti che aiutano a tenere lontano pollini e corpi estranei.
Quando l’allergia colpisce, gli occhi si arrossano e prudono: la congiuntivite allergica è caratterizzata dalla mancanza di secrezione purulenta e si riconosce per il forte prurito e gonfiore della congiuntiva. L’arrossamento oculare e il prurito interessano quasi sempre entrambi gli occhi e sono accompagnati da lacrimazione intensa. Per prima cosa l’importante è non strofinarsi gli occhi, è una reazione sbagliata che peggiora la reazione allergica. Strofinare gli occhi, “mescola” gli anticorpi e gli antigeni (polline o altro elemento allergizzante) e provoca la liberazione di istamina, che è la causa del prurito stesso.
La situazione viene peggiorata in caso di poca lacrimazione. Soprattutto in presenza di una luce solare molto intensa e di forte vento o clima secco, la congiuntiva tende ad asciugarsi, gli occhi si arrossano e la persona avverte una fastidiosa sensazione di bruciore e di prurito, fino ad avere l’impressione di “avere la sabbia negli occhi”.
Da non sottovalutare le cosiddette allergie crociate. Si tratta di un fenomeno emergente, che riguarda una sinergia fra le allergie alimentari e le allergie respiratorie, in cui ognuna rafforza l’altra. Per esempio, un soggetto con allergia al polline svilupperà facilmente allergie ad alimenti vegetali come frutta e verdura. Essa è provocata da una proteina contenuta in comune nei pollini e negli alimenti, riconosciuta dall’organismo come un potenziale pericolo da cui difendersi. Oltre a scatenare una reazione infiammatoria a livello delle mucose respiratorie, questo allergene infiamma anche la mucosa orale e bronchiale.
Una volta che la congiuntivite ci ha colpito, quali sono i rimedi? “Si può cercare di prevenire una reazione eccessiva con l’uso di colliri antistaminici non cortisonici che vanno somministrati almeno 10 giorni prima del periodo di esplosione dell’allergia. Il loro obiettivo è bloccare la liberazione di istamina, evitando i sintomi a essa collegati”, spiega Loperfido, oppure, “una volta insorta la congiuntivite allergica, si può intervenire con colliri cortisonici. Anche se la soluzione migliore è quella di fare una valutazione allergologica per prevedere il vaccino“. Da non sottovalutare, poi, l’ipotesi omeopatica che in questi casi pare essere la migliore, se non altro per l’assenza di effetti collaterali e la durata nel tempo. In effetti, con l’omeopatia si tende a far sì che il problema non si ripresenti gli anni successivi, perché rafforza il sistema immunitario, proprio come il sistema dei vaccini.
Altri consigli per ridurre al minimo i fastidi: un’accurata pulizia della zona oculare con salviettine umidificate antiallergiche, evitare passeggiate nei campi e negli spazi aperti nei periodi di maggiore diffusione dei pollini responsabili delle crisi allergiche, deumidificare gli ambienti in cui si vive, che devono essere comunque privi di moquette e altri tessuti porosi, in cui si possono annidare non solo acari della polvere ma anche gli stessi agenti allergenici. E per chi usa lenti a contatto, la scelta migliore sono quelle giornaliere, che consentono di eliminare quotidianamente eventuali allergeni presenti sulla lente e garantiscono una maggiore igiene e sterilità.
Ovviamente, dal punto di vista medico, sarebbe opportuno e consigliabile fare dei test allergici, “ma bisogna evitare i periodi di probabile riacutizzazione della forma allergica”, conclude Loperfido. I testi vanno dunque fatti in un periodo “silente” dal punto di vista allergologico. “Sarebbe comunque opportuno che il paziente prepari un diario della propria sintomatologia collegandole a probabili stimoli allergizzanti, utile per il futuro approfondimento dell’allergologo”.