Lo rende noto la Fondazione Gimbe

Arriva la black-list dei farmaci
da evitare per la salute dei pazienti

di oggisalute | 15 ottobre 2014 | pubblicato in Attualità
farmaci_2

Nell’ambito del progetto “Salviamo il Nostro Ssn”, la Fondazione Gimbe, che promuove attività di formazione e ricerca in ambito sanitario, inaugura sulla rivista Evidence la rubrica “Less is More”, traducendo e adattando al contesto nazionale la lista pubblicata da Prescrire International, rivista d’informazione indipendente sui farmaci che lavora in assoluta indipendenza per fornire a professionisti sanitari e pazienti informazioni chiare, affidabili, aggiornate e scevre da conflitti di interesse e pressioni commerciali.

“Se è vero che una quota consistente degli sprechi in Sanità consegue alla prescrizione ed erogazione di interventi sanitari inefficaci, inappropriati e dal low-value – afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe – è indispensabile ripartire dalle migliori evidenze scientifiche per identificare tali interventi al fine di ridurre le asimmetrie informative tra il mondo della ricerca e quello dell’assistenza sanitaria”.

“I destinatari della lista sono innanzitutto i medici che dovrebbero valutare con estrema cautela la prescrizione di questi farmaci – precisa Cartabellotta – ma anche le autorità regolatorie, perché allo stato attuale delle conoscenze il profilo rischio-beneficio dei farmaci inclusi è sfavorevole in tutte le indicazioni approvate. Di conseguenza, per un’adeguata tutela dei pazienti, è necessario valutare l’opportunità di mantenerli sul mercato o di limitarne le indicazioni autorizzate”.

I 54 farmaci della blacklist appartengono a quattro categorie: farmaci con effetti collaterali eccessivi rispetto ai benefici; vecchi farmaci con profilo rischio-beneficio meno favorevole rispetto a nuove molecole; nuovi farmaci con profilo rischio-beneficio meno favorevole rispetto alle alternative; farmaci per i quali non esistono adeguate prove di efficacia, ma è ben documentato il rischio di gravi effetti avversi.

“Anche quando non esistono alternative soddisfacenti a questi farmaci – conclude Gimbe -non è mai giustificato in assenza di prove di efficacia esporre i pazienti a rischi severi, anche nelle gravi patologie. In assenza di trattamenti efficaci nel migliorare la prognosi della malattia, l’opzione migliore è sempre rappresentata da una terapia di supporto personalizzata, perché la sicurezza del paziente viene prima di tutto”.

La ‘black list’ comprende 54 farmaci usati in oncologia (Catumaxomab, Panitumumab, Trabectedina, Vandetanib, Vinflunina) cardiologia (Aliskiren, Fenofibrato, bezafibrato Ivabradina, Trimetazidina) dermatologia e allergologia (Tacrolimus unguento, Prometazina), nel trattamento del diabete (Linagliptin, saxagliptin, sitagliptin e vildagliptin) e l’obesità (orlistat), analgesici per le malattie osteoarticolari (Celecoxib, etoricoxib e parecoxib, Ketoprofene hegl, Piroxicam), miorilassanti (tiocolchicoside, chinina), molecole per osteoporosi (Denosumab, stronzio ranelato) e osteoartrite (Diacereina, Glucosamina), antibiotici (Moxifloxacina, Telitromicina).

E ancora, medicinali utilizzati in gastroenterologia (Domperidone, droperidolo, Procalopride), ginecologia-endocrinologia (Tibolone), neurologia (Flunarizina, Tolcapone) e anti-Alzheimer (Donepezil, galantamina, rivastigmina, memantina) e quelli per le malattie dell’apparato respiratorio (Decongestionanti vasocostrittori orali e nasali, Omalizumab, Pirfenidone). Non mancano antidepressivi (Agomelatina, Duloxetina cloridrato, Venlafaxina), altri farmaci psicotropi (Asenapina, Dapoxetina) e pillole per smettere di fumare (Bupropione, Vareniciclina).

Lascia un commento

Protezione anti-spam *