Malattie croniche e stile di vita:
il vissuto psicologico del paziente
Le malattie croniche si qualificano per la presenza di sintomi che perdurano nel tempo, a volte in maniera costante e altre con fasi di remissione parziale e di riacutizzazione. In esse rientrano un numeroso gruppo di disturbi tra cui: cardiopatie, ictus, diabete, malattie neurodegenerative, disturbi muscolo-scheletrici. Da rilevare che l’incidenza di queste patologie è di molto superiore a quella delle malattie rare.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità in Europa le malattie croniche provocano almeno l’86 per cento dei morti e il 77 per cento del carico di malattia per il Sistema Sanitario Pubblico, il quale rivolge appunto un grande impegno per il controllo e soprattutto la prevenzione.
Esplorare dunque il mondo delle malattie croniche, rende conto soprattutto della possibilità di affrontare le questioni che concernono il vissuto soggettivo della malattia, i correlati psichici della stessa, nonché le possibili soluzioni per permettere al paziente di affrontare al migliore dei modi la rimodulazione del proprio stile di vita, messo evidentemente in discussione dall’insorgenza di una patologia che lo accompagnerà per la vita.
La difficoltà primaria, e forse quella principale, concerne la possibilità di accettare la malattia. In questo un ruolo fondamentale è quello della comunicazione e filtraggio del medico, il quale ha il compito di fornire comunicazioni chiare, ma soprattutto di contenere lo stato di angoscia e paura che si instaura nel paziente. La domanda che molti si pongono è “perché a me?” a cui fanno seguito vissuti di rabbia e frustrazione, alternati ad altri di depressione e colpevolizzazione. Il processo è dunque quello di non accettare la diagnosi con passiva rassegnazione, quanto riconoscere nella malattia una nuova realtà da cui ripartire e ricostruire la propria storia soggettiva.
La fase elaborativa è quella che riguarda la ricostruzione della propria identità. L’identità soggettiva comprende elementi al contempo immutabili e dinamici; il soggetto infatti si riconosce con caratteristiche e vissuti peculiari, che lo hanno forgiato, ma che possono adattarsi all’ambiente circostante e ai cambiamenti. Il processo di riscrizione della propria storia prevede proprio questo, la possibilità dunque di ricreare nuove forme di adeguamento a quello che è un vissuto doloroso di malattia.
In ciò assume un ruolo fondamentale sistema familiare; spesso infatti le paure del soggetto riguardano soprattutto i sensi di colpa relativi al gravare sull’assetto familiare, sia in termini economici che di assistenza. C’è da dire che spesso queste paure sono evidentemente fondate. Risulta quindi importante non soltanto tutelare e sostenere il paziente nel proprio iter , ma anche condividere e comunicare le proprie emozioni, affinchè esse circolino in maniera sana e costruttiva nel percorso di cura.
Risulterà dunque necessario per il paziente ritrovare il proprio senso di efficacia e compiutezza. Nella malattia vengono evidenziati soprattutto i limiti e i divieti che il paziente si trova ad affrontare, mentre risulta importante analizzare realisticamente la realtà, ponendosi nuovi obiettivi raggiungibili che possano arricchire il soggetto e non svalutarlo. L’esperienza della malattia è un’esperienza di per sé dolorosa e di difficile accettazione; risulta dunque fondamentale aprirsi un nuovo varco laddove esse siano di tipo cronico, per permettere alla persona e alla famiglia di attribuire un senso nuovo alla propria esistenza.