Chirurgia estetica e psicologia:
scontro tra realtà e immaginazione
Il progetto fotografico “Line Series”, ideato da Sarah Coffman, con l’aiuto del fotografo Terrance Smalls, è ideato per sfidare e contrastare i canoni stereotipati della bellezza estetica, che sempre più spesso passa attraverso le mani (e gli strumenti) del chirurgo estetico. All’interno del progetto fotografico, i segni tracciati sui corpi in preparazione dell’intervento, rendono conto dell’invasività dei modelli culturali, introiettati dalla psiche soggettiva, evidenziando quanto i canoni di una ipotetica perfezione fisica possano esercitare pressioni sulla corporeità e non solo.
Cosa spinge con sempre maggiore frequenza, uomini e donne, a rivolgersi a tecniche, spesso anche invasive, di chirurgia estetica? Non è possibile, effettivamente, individuare un unico motivo causale, ma ciò che è certo è che gli aspetti psicologici rispetto alla percezione corporea giocano un ruolo fondamentale. Nella modificazioni anche di semplici connotati, deriva spesso una riedizione del proprio assetto sul piano di realtà, idealizzato in un vasto immaginario, che grazie alle moderne tecnologie, può trovare un effettivo riscontro.
Il rapporto tra assetto interno e realtà sociale, trova proprio nel corpo il proprio punto di limite, una specie di crocevia in cui il soggetto riversa spesso le proprie insoddisfazioni, volte in gran parte dei casi ad aderire a modelli estetici, a cui corrisponde anche la credenza di una soddisfazione in tutti gli ambiti della propria vita.
Spesso sono proprio i più giovani a richiedere questo tipi di interventi, in una fase di transizione e definizione sempre maggiore della propria identità, che sovente risulta complessa da elaborare.
Può dunque un intervento di chirurgia estetica “risolvere” le questioni che sottendono ad esso, ma al contempo rappresentarne la forza motrice? Evidentemente no, tuttavia essi fungono da tampone ad eventuali questioni, che risolte in ambito di percezione corporea probabilmente si ripresenteranno sotto nuove e diversificate forme.
Una soluzione sicuramente interessante, potrebbe essere quella di attivare servizi di counseling psicologico, che permettano al paziente di poter prendere una decisione in maniera più consapevole ed adeguata alle proprie esigenze.
(Foto dal progetto “Line Series” di Sarah Coffman)
Risposta esatta: una soluzione interessante!
Sono ancora pochi i chirurghi estetici – potremmo chiamarli quelli più avanti, o gli illuminati?- che hanno capito che il counseling psicologico per i pazienti è un valore aggiunto… è finita l’era delle bombe finte che si vedono lontano un miglio, le persone cercano risultati naturali e la collaborazione chirurgo-psicologo va sicuramente in questa direzione.
Come psicologa collaboro con il chirurgo estetico dr. Cristiano Biagi, che opera in Toscana e Veneto,
Questo articolo è di qualche tempo fa, ma ancora molto attuale. Credo che nel nostro settore chi non rispetta questa regola base non possa ritenersi un professionista.