Tutti gli istituti oncologici italiani accreditati secondo criteri europei
Gli 11 IRCCS oncologici italiani rappresentano una rete di strutture di ricerca e cura che, distribuite su tutto il territorio nazionale, e coordinate dal Ministero della Salute, coniugano attività cliniche e sperimentazione garantendo così al sistema continua innovazione e competitività anche internazionale.
In un progetto finalizzato finanziato nel 2010 dal Ministero della Salute, tutti gli IRCCS oncologici italiani hanno programmato di attivare un processo di accreditamento all’eccellenza, con verifica della qualità delle loro perfomances scientifico-cliniche-organizzative-strutturali, specifica per strutture oncologiche e adottato a livello europeo da OECI (European Organization Cancer Institutes).
Dopo che singoli centri oncologici europei quali il Gustave Roussy di Parigi, Il NKI di Amsterdam, il Jules Bordet di Bruxelles, il Christie Hospital di Manchester avevano acquisito l’ambito riconoscimento internazionale, anche in Italia si è generato un ampio dibattito all’interno di un gruppo di lavoro nazionale, le cui attività sono state sostenute nell’ambito del Programma 4 dell’art. 3 del DM 21 luglio 2006 “ISS per ACC” e a cui hanno preso parte i CCC-IRCCS appartenenti ad ACC.
Sulla base dei risultati di questo gruppo di lavoro, il Ministero della Salute italiano ha prontamente investito in questo ambizioso programma che prevedeva di verificare la applicabilità del modello di accreditamento all’eccellenza internazionale a tutte le sue strutture di ricovero e cura oncologiche nazionali. Il Progetto, coordinato scientificamente dal dr. Paradiso, Istituto Tumori di Bari, dal dr. Belardelli, rapporteur dell’Istituto Superiore di Sanità, e dal prof. De Maria, Presidente di Alleanza Contro il Cancro, ha visto gli Istituti Tumori di Aviano (prof. De Paoli, dr. Collazzo), Bari (prof. Gasparini, dr. Lacalamita), Genova (prof. Ferrarini, dr. Orengo), Milano (prof. Orecchia, dr. Deriu per l’IEO; prof. Apolone, dr. Roli per l’INT), Napoli (prof. Ciliberto, dr. De Feo), Padova (prof. Opocher, dr. Chiusole) Reggio Emilia (prof. Constantini, dr. Cerullo), Rionero (prof. Musto, dr. Storto), Roma (prof. De Maria, Dr Canitano), Meldola (prof. Amadori, Dr. Altini) impegnati in uno sforzo comune e condiviso che ha sviluppato sinergie importanti e, ancor più interessante, notevole entusiasmo in tutti gli operatori coinvolti.
Il Progetto ha messo in evidenza il grande interesse e la disponibilità, in qualche modo sorprendente anche per il notevole carico di lavoro che l’iniziativa ha comportato, da parte di tutte le strutture a sottoporsi volontariamente a un processo di verifica di “qualità” secondo criteri internazionali, ma anche precisi limiti e problematiche derivanti dalla applicazione di modelli internazionali ad un intero territorio nazionale caratterizzato da aspetti organizzativi-gestionali peculiari. E’ stata proprio la interpretazione/verifica di detti aspetti che ha visto in prima fila impegnate nel progetto anche le Direzioni Generali e Sanitarie dei singoli Istituti.