Più attenzione al cuore della donna, presentata ricerca al Monzino
Si è svolto nei giorni scorsi al Centro Cardiologico Monzino il Convegno www.ricercamonzino.it, due giornate per presentare i risultati e discutere le prospettive future della ricerca per le malattie cardiovascolari, che nel mondo occidentale risultano ancora al primo posto per incidenza e mortalità.
«Nonostante i successi degli ultimi anni infatti, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, le malattie cardiovascolari sono in aumento, e preoccupa la proiezione fatta negli Stati Uniti che prevede un raddoppio dei costi per la cura di queste malattie entro il 2030 – dichiara Elena Tremoli, direttore Scientifico del Monzino – . Per migliorare le terapie è necessario concentrare tutti gli sforzi di ricerca nel nostro Paese e utilizzare al meglio ogni risorsa disponibile».
Al Centro Cardiologico Monzino la ricerca percorre un ampio raggio, che si estende dai nuovi approcci di studio dello scompenso cardiaco all’analisi di biomarcatori in grado di predire il rischio individuale di malattia, passando attraverso le nuove frontiere di trattamento mininvasivo e l’approfondimento di una prevenzione che si profila sempre più personalizzata. E proprio nell’ambito della prevenzione è stato presentato un nuovo focus sulla medicina di genere.
Si moltiplicano gli studi che dimostrano come il cuore delle donne meriti un’attenzione speciale: «Solo in Italia ogni anno nel mondo femminile sono 124.000 le vittime di malattie cardiovascolari e infarto: significa una donna ogni cinque minuti. Eppure le donne potrebbero fare moltissimo per evitare questa sorta di epidemia» – evidenzia Daniela Trabattoni, dell’unità di Cardiologia Interventistica del Monzino. Dal “Progetto cuore” dell’Istituto Superiore di Sanità emerge che il 58% delle donne in menopausa risultano ipertese, il 51% soffre di ipercolesterolemia, il 67% è in sovrappeso o obesa, il 12% hanno il diabete. Uno studio recente ha dimostrato che il 75% degli eventi coronarici che colpiscono il mondo femminile possono essere prevenuti con scelte di vita migliori, come l’astensione al fumo di sigaretta, l’esercizio fisico e una dieta sana. «Purtroppo tuttavia uno dei maggiori ostacoli alla prevenzione – prosegue Elena Tremoli – è la mancanza di consapevolezza da parte delle donne, che continuano a considerare le malattie del cuore un problema maschile. Un atteggiamento che si estende anche al mondo sanitario, con conseguenti interventi di prevenzione meno incisivi».
«Occorre dunque un’attenzione speciale al cuore delle donne sia dal punto di vista della ricerca, che deve raccogliere più dati sulle differenze di genere, sia dal punto di vista della clinica, che deve pensare a percorsi dedicati alla donna, sia – soprattutto – dal punto di vista della prevenzione, che deve trovare linguaggi e modalità di accesso al pensiero femminile», conclude Daniela Trabattoni, che durante il Convegno ha presentato dati e prospettive sul tema. Sulla base di questi presupposti il Monzino ha deciso di avviare nel corso del 2016 un Centro per il Cuore della Donna, che raccolga e integri le molteplici competenze per gestire in modo globale tutte le sfaccettature della malattia cardiovascolare al femminile, dal rischio individuale fino al trattamento personalizzato.