I sessantenni italiani sono i più depressi d’Europa (quasi l’85%): è quanto emerge da uno studio dell’Istituto francese di studi demografici (Ined) sulla qualità di vita dei senior, pubblicato dal quotidiano Le Parisien.
Avete sempre pensato che fare esercizio fisico mettesse appetito? Dovrete ricredervi, almeno stando ai risultati di una ricerca americana, secondo la quale un’intensa sessione di esercizi di 40-45 minuti soprattutto al mattino aiuta a combattere la fame.
La capacità dei neonati di comprendere le regole complesse del linguaggio mette in ombra quella degli adulti. Usando l’elettroencefalogramma, un team del Max Planck Institute for Human Cognitive and Brain Sciences di Lipsia ha registrato le reazioni dei cervelli dei bebè al linguaggio parlato.
Telefoni cellulari e cordless tornano sul banco degli imputati. L’accusa è sempre la stessa, cioè che aumentano il rischio tumori. Solo che questa volta è più dettagliata
L’allattamento al seno da piccoli potrebbe proteggere gli adulti dalla depressione. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Psychotherapy and Psychosomatics.
Un nuovo studio dell’Università della California Meridionale ha scoperto un link tra l’uso ricreativo della marijuana e un aumento del rischio di sviluppare un sottotipo di cancro ai testicoli.
Chi sopravvive a un attacco di cuore dovrebbe fare attenzione all’uso di farmaci antinfiammatori non steroidei: secondo uno studio pubblicato dalla rivista Circulation l’uso dei Fans aumentano il rischio di morte per un secondo infarto a lungo termine.
La mammografia fatta sotto i 30 anni può aumentare il rischio di tumore al seno per le donne predisposte geneticamente. Lo afferma uno studio pubblicato dal British Medical Journal.
Le donne sono più inclini ad accumulare grasso nell’addome, rispetto agli uomini, a causa di un enzima che con il calo degli estrogeni, dopo la menopausa, porta ad aumentare la pancia.
Avere accesso a un personal computer riduce il rischio di demenza e di declino cognitivo negli uomini anziani del 40 per cento, secondo uno studio della University of Western Australia.
Le donne che hanno subito un aborto chirurgico hanno una maggiore probablità di dare alla luce un bambino prematuro, rispetto a quelle che hanno abortito attraverso i farmaci.
C’è un segnale genetico, fino a ieri sconosciuto, fortemente associato all’ictus cerebrale dei grossi vasi. A dimostrarne l’esistenza sono i risultati di un grande studio internazionale promosso da un gruppo di scienziati australiani.
Scoperte nuove cause dell’infarto e dell’angina pectoris. A dirlo sono i risultati di una ricerca internazionale condotta con il contributo dell’Unità Operativa di Cardiologia Universitaria all’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana.
Fumare in gravidanza potrebbe far nascere un bambino destinato a diventare obeso e, probabilmente, indurrebbe dei cambiamenti strutturali nel cervello che lo porteranno a preferire i cibi grassi.
Indagare i problemi sessuali dovrebbe essere incluso nella valutazione del rischio cardiovascolare per tutti gli uomini, cardiopatici e no, dai 30 anni di età.
Alte dosi di vitamina D aiutano i pazienti con tubercolosi a recuperare più rapidamente. A dirlo, uno studio della Queen Mary, University of London.
I bambini che usano steroidi per via inalatoria per l’asma da adulti saranno leggermente più bassi rispetto a quelli che non hanno utilizzato questi farmaci.
Nuove ricerche hanno mostrato che le sigarette elettroniche, ritenute un’alternativa potenzialmente sicura alle normali sigarette, possono in realtà causare danni ai polmoni.
C’e’ un gene fra le cause della fragilità delle ossa. Lo ha scoperto uno studio dell’Ecole Polytechnique Federale di Losanna.
Il consumo di pesce ha due risvolti contrastanti, almeno dal punto di vista del cuore. Se da una parte il contenuto di acidi grassi omega 3 protegge dalle malattie cardiovascolari, dall’altra il mercurio contenuto in questi animali rischia di ‘vanificare’ tutto il lavoro. Lo afferma uno studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition. I ricercatori […]
Una nuova ricerca ha identificato, per la prima volta, il gene responsabile della felicità femminile. Lo stesso gene non esiste negli uomini.