Palermo, convegno su ictus ischemico all’ospedale Cervello
Oltre cinquanta pazienti colpiti da ictus ischemico hanno beneficiato nel corso dell’ultimo anno del trattamento con trombolisi intravenosa presso la Stroke Unit dell’Unità operativa di Neurologia di Villa Sofia e oltre il cinquanta per cento di questi è stato restituito ad una vita normale. La terapia trombolitica endovenosa con il farmaco Alteplase, infatti, somministrata in casi selezionati (entro poche ore dalla comparsa dei sintomi e in assenza di controindicazioni) dal personale della Stroke Unit, riduce significativamente la probabilità di disabilità dopo l’ictus. Sarà questo uno dei temi principali del convegno “Emergenza Ictus – prevenzione e terapia dell’ictus ischemico”, in programma sabato 8 novembre con inizio alle 9 presso l’aula magna “M.Vignola” dell’Ospedale Cervello, organizzato dall’Unità operativa di neurologia dell’Azienda Villa Sofia – Cervello con il Direttore Salvatore Cottone e il Responsabile della Stroke Unit Antonio Gasparro.
A confronto medici e operatori per quella che rimane una delle principali cause di mortalità e disabilità nel mondo occidentale, l’ictus cerebrale. Parteciperanno oltre a esperti degli Ospedali Villa Sofia-Cervello, Civico e Policlinico di Palermo, i professori Danilo Toni Responsabile della Stroke Unit dell’Università La Sapienza di Roma e Salvatore Mangiafico Neuro-radiologo interventista dell’Ospedale Careggi di Firenze, che sono tra i massimi esperti a livello nazionale e europeo delle terapie in urgenza dell’ictus ischemico. Altro argomento centrale del convegno, in tema di terapia di prevenzione dell’ictus ischemico, sarà anche il ruolo della terapia anticoagulante con l’importante innovazione di farmaci di nuova generazione.
“Il convegno “Emergenza Ictus” – afferma Salvatore Cottone – si pone in prosecuzione della giornata mondiale dell’ictus, lo scorso 29 Ottobre, per informare gli operatori sanitari circa i nuovi sviluppi nella prevenzione e nella terapia dell’ictus ischemico che deve essere considerato al giorno d’oggi, patologia non soltanto “prevenibile” ma “curabile”, a patto che si sviluppino anche in Sicilia le Stroke Unit e la possibilità di somministrare nel più breve tempo possibile le moderne terapie mediche”.
“La Stroke Unit della Unità operativa di Neurologia di Villa Sofia – spiega Antonio Gasparro – assiste circa 300 pazienti l’anno, ed è riconosciuta come Stroke Unit di III livello (ovvero centro di riferimento) nell’attuale rete stroke della Regione. Negli anni il numero di pazienti che ha potuto beneficiare del trattamento con trombolisi intravenosa è notevolmente aumentato, con un trend in netta crescita, che colloca la struttura tra i centri di eccellenza nazionale. Inoltre, la recente approvazione dell’utilizzo della terapia trombolitica nell’ictus ischemico, fino a 4 ore e mezza dall’esordio (sinora era stata di 3 ore), consentirà ad un maggior numero di pazienti di giovarsi del trattamento”.
Presso l’Azienda Villa Sofia –Cervello sono state anche effettuate “trombectomie meccaniche” ovvero asportazioni mediante cateteri endoarteriosi di trombi responsabili dell’ischemia cerebrale effettuate da radiologi interventisti. Da quest’anno inoltre la Stroke Unit dell’Ospedale Villa Sofia partecipa ad uno studio clinico nazionale (studio “ULTRAS”) sulla promettente terapia con “sonotrombolisi”, che consente di potenziare l’effetto farmacologico dell’rt-Pa con l’ausilio degli ultrasuoni.
La Stroke Unit è un reparto speciale dedicato alle malattie cerebrovascolari, all’interno del quale lavorano medici neurologi, radiologi e cardiologi, oltre a infermieri, tecnici della riabilitazione, logopedisti e assistenti sociali, tutti specializzati nella gestione dei pazienti con ictus. A ogni paziente viene applicato il protocollo d’intervento più aggiornato, in base alle diverse situazioni.
La gestione dei pazienti da parte di personale medico e infermieristico interamente “dedicato” alla cura dell’ictus, nell’ambito di reparti ospedalieri ultraspecialistici quali le Stroke Unit, ne migliora notevolmente la prognosi, riducendone mortalità e disabilità.