Nicola Bruscino

Tatuaggi da trauma, perché utilizzare sistemi laser

di nicola bruscino | 5 novembre 2014 | pubblicato in
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Il tatuaggio (termine derivante dal inglese “tattoo”, e quindi dal samoano “tatau”) è una tecnica di decorazione pittorica della cute; consiste nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle piccole ferite causate dall’ago, l’immagine creata è destinata a permanere per tutta la vita. Nella società di oggi il tatuaggio è per lo più conosciuto come tecnica decorativa per fissare in modo indelebile un evento importante dell’esistenza, oppure come tatuaggio cosmetico per correggere inestetismi cutanei quali la rifinitura dei bordi delle labbra o del bordo palpebrale.

Oltre ai tatuaggi sopracitati esiste purtroppo un’altra categoria di tatuaggi accidentali o da trauma, subiti involontariamente. Le situazioni in cui particelle di pigmento possono introdursi nella cute sono molteplici:

  • Tatuaggi da asfalto: in seguito a incidenti d’auto/moto/bicicletta o a ferite sportive particelle di catrame e/o sostanze pigmentate rimangono intrappolate nella cute.
  • Tatuaggi da trauma: in seguito a incidenti d’auto/moto/bicicletta o a ferite con conseguenti abrasioni varie particelle dal terreno possono penetrare nella pelle.
  • Tatuaggi da polvere da sparo: in seguito all’ esplosione di un petardo o di un pallettone da caccia; il più delle volte è interessato il viso, il collo e le estremità degli arti superiori.
  • Tatuaggi da polvere di carbone: in seguito al contatto frequente con particelle di carbone come nei minatori di carbone.
  • Tatuaggi da amalgama: in seguito all’introduzione di un pezzo di amalgama durante una procedura di otturazione da parte del dentista; in prossimità dell’otturazione può comparire una macula grigia sulla mucosa buccale.
  • Tatuaggio da vernice: in seguito alla penetrazione di vernice ad alta pressione nella cute, tipica dei verniciatori.

Dopo un incidente, per lo più abrasioni avvenute sull’asfalto, può accadere che delle particelle pigmentate rimangano intrappolate sotto la pelle creando un aspetto scuro di effetto inestetico. Questo tipo di tatuaggio è piuttosto resistente a vari tipi di trattamento: i pigmenti del catrame, carbone, etc. entrano all’interno della cute in profondità, grazie all’effetto compressivo del trauma che ne facilita la penetrazione.

Fino a poco tempo fa il rimedio migliore consisteva nel asportare la cute contenente i pigmenti e questo era possibile rimuovendo chirurgicamente in blocco l’area cutanea contenente il tatuaggio da asfalto. Questa tecnica seppur valida comportava non pochi problemi quali lo sviluppo di cicatrici e cheloidi, di aspetto anche peggiore rispetto al tatuaggio iniziale.

Ad oggi i sistemi laser rappresentano un mezzo sicuro per rimuovere questo tipo di tatuaggi, privo di possibili effetti indesiderati. Il laser Q-switched, tramite il meccanismo della fototermolisi selettiva, agisce in modo selettivo sui pigmenti del tatuaggio senza creare effetti termici sui tessuti circostanti e quindi senza effetti collaterali; in seguito all’azione fotomeccanica i pigmenti si disperdono in piccole particelle nel derma, che vengono successivamente eliminate dai macrofagi. Il trattamento è così poco doloroso da non richiedere neanche l’applicazione di anestetico locale, la sensazione avvertita è solamente quella di calore. Nelle prime 2 settimane successive al trattamento è importante non esporsi direttamente al sole e proteggere la pelle con filtri solari a schermo totale oltre ad applicare quotidianamente una crema antibiotica. La zona trattata rimane arrossata per qualche giorno, e solo in alcuni casi si possono formare delle crosticine che cadono spontaneamente (Fig.1-2-3-4-5).

Fig. 1: Tauaggio da asfalto, in seguito ad incidente in motocicletta, coinvolgente la fronte, la regione orbitaria ed il naso.

Fig. 2: Totale scomparsa del tatuaggio da asfalto, dopo 3 sedute di differenti sistemi laser (Pulsed Dye laser, Fractional CO2 laser, Q-Switched laser).

Fig. 3: La progressiva scomparsa del pigmento e della componente vascolare.

Fig. 4: Valutazione della lesione tramite una camera 3D, Anthera®, in grado di mostrare l’aspetto clinico (A), la componente vascolare (B), e la componente di pigmento (C).

Fig. 5: Valutazione del notevole miglioramento dopo 3 sedute laser tramite Anthera®, per quanto riguarda l’aspetto clinico (A), la componente vascolare (B), e la componente di pigmento (C).

Il ricco parco di sistemi di luce e laser presente nella Unità di Dermo-chirurgia Laser di Villa Donatello garantisce, attraverso l’utilizzo di strumenti in monoterapia o terapia combinata, la migliore e più aggiornata offerta di cure per questo tipo di tatuaggi.

 

Per informazioni e contatti:

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