Allergie alimentari: “Gli specialisti formino ristoratori e chef”
Esiste un filo rosso che lega la Siaaic, Società Italiana Allergologia, Asma ed Immunologia Clinica ad altre sfere: è la collaborazione che gli specialisti della società cercano con il mondo dell’impresa, con le associazioni dei pazienti e con gli istituti di ricerca, con il fine ultimo di realizzare una collaborazione concreta per tutelare la salute del paziente.
Chi forma le brigate di cucina, gli stessi chef stellati e non, gli operatori della ristorazione collettiva al servizio di ospedali e mense scolastiche? I rischi sono quotidiani. Il confronto tra impresa e specialisti verso expo 2015, dove la Siaaic sarà presente, è stato ricco di stimoli e spunti. L’occasione per questa riflessione è stata la tavola rotonda “Confronto impresa-alimentare- specialisti” che si è svolta in occasione del 28° Congresso Nazionale della Siaaic sino a sabato 18 aprile. La tavola rotonda, moderata dal giornalista Daniel Della Seta, conduttore della trasmissione RAI “L’Italia Che Va..”, segue l’approccio della Siaaic negli ultimi anni e ha trovato nuova linfa nel tema dell’Expo di Milano dedicata alla nutrizione.
I temi della tracciabilità, della trasparenza, della formazione degli operatori rivestono un ruolo strategico nel comparto del consumo alimentare: serve dunque una sinergia tra diversi enti.
“Quello delle allergie alimentari è un problema sociale importante, poiché una vasta fetta della popolazione mostra reali intolleranze agli alimenti, ma la gravità è notevole per le allergie vere e proprie, visto che gli effetti possono essere letali con una crescita dello shock anafilattico da alimenti (latticini, uova, frutta, nocciole…)”, ha affermato in apertura il professor Domenico Schiavino, membro del Direttivo Siaaic e allergologo al Policlino Gemelli di Roma. “Esiste anche il problema degli allergeni nascosti, trascurati ma spesso causa primaria dei disturbi, come nel caso del grano saraceno, spesso usato per la pizza” – sottolinea Enrico Heffler segretario Siaaic. “Il paziente deve conoscere meglio i presidi farmacologici” ha proseguito Heffler, “c’è ad esempio un sottoutilizzo dell’adrenalina autoiniettabile, che spaventa il paziente e di cui non sono noti gli effetti benefici”.