Animali, per 9 over 65 su 10 migliorano la vita
Vivere con un animale migliora la vita: è quanto sostengono 9 italiani su 10 tra gli over 65, per i quali la compagnia di cani e gatti ha un impatto positivo sulla salute e sull’umore, oltre a ridurre la sensazione di solitudine e aumentare la serenità. E’ la fotografia che emerge da una ricerca condotta da Senior Italia FederAnziani e Mars Italia, realizzata su un campione di 1.670 over 65 tra possessori e non possessori di animali, allo scopo di “analizzare le caratteristiche del rapporto tra senior e animale da compagnia, indagare le barriere che ancora impediscono agli anziani di godere a pieno dei benefici derivanti dalla presenza nella loro vita di un pet e mettere in atto attività comuni che consentano di abbattere queste difficoltà”.
Per il 70% degli intervistati gli animali che vivono con loro sono “membri della famiglia a tutti gli effetti”, e 7 anziani su 10 che invece non vivono con un cane o un gatto sono convinti che la propria vita “potrebbe migliorare grazie alla loro compagnia”.
Avere un animale domestico, sottolinea FederAnziani, stimola al movimento e incide quindi positivamente sulla salute fisica: oltre l’89% degli over 65 porta fuori il cane, l’80% lo fa ogni giorno. In generale, i possessori di cani hanno circa il 60% di probabilità in più di svolgere attività fisica rispetto a chi non ne ha. Per la maggior parte degli intervistati la presenza di un pet incide positivamente anche sulla salute psichica, poiché il prendersi cura di un animale costituisce un valido stimolo mentale. Considerevole, inoltre, il tempo trascorso insieme da chi già vive l’esperienza della convivenza: più della metà degli intervistati dichiara di trascorrere 4 ore al giorno di media con il proprio animale.
Ma esistono anche difficoltà che ostacolano l’inizio di una relazione tra senior e animale da compagnia, evidenzia FederAnziani. La criticità principale è la difficoltà a coniugare le proprie esigenze con quelle dell’animale, soprattutto quando il senior vive da solo. In questo caso, nei periodi di allontanamento da casa da parte dell’anziano, ad esempio durante le ferie, l’animale diventa un impedimento per il 40% degli intervistati.
A far cambiare idea sarebbero in primis un supporto nella gestione quotidiana, dividendo quindi il tempo e l’impegno per la cura del cane o gatto con un’altra persona, e una condizione economica più favorevole.
In sostanza, nonostante ci sia una forte consapevolezza dei benefici che recherebbe alla propria condizione il rapporto con un animale domestico, sono soprattutto le condizioni socioeconomiche che lo rendono problematico al punto da scoraggiarlo in molti casi.
(Fonte: Adnkronos)