Bologna, al Sant’Orsola primi trapianti a cuore fermo

di oggisalute | 20 gennaio 2016 | pubblicato in Attualità
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Primi trapianti da donatore a cuore fermo in Emilia-Romagna. Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio e durante la mattinata del 15 al Policlinico di Sant’Orsola sono stati eseguiti due trapianti di rene provenienti da un donatore deceduto per arresto cardiaco. “Si apre così una nuova frontiera per la nostra regione – ha commentato il direttore sanitario Anselmo Campagna – resa possibile grazie all’organizzazione del lavoro dei professionisti e alle altissime tecnologie garantiti dal nostro Policlinico”.

La donazione degli organi solitamente avviene a cuore battente dopo l’accertamento della morte encefalica del paziente. Quando sopraggiunge invece la morte per arresto cardiaco gli organi rischiano di andare incontro a un rapido deterioramento. Dopo le procedure di accertamento del decesso, è necessario pertanto perfondere nuovamente gli organi con una particolare attrezzatura per la circolazione extracorporea.

La donazione a cuore fermo avviene da tempo in alcuni Paesi del Nord Europa. In Italia il primo caso si è avuto a Pavia. Le donazioni finora effettuate hanno riguardato principalmente reni, ma anche fegato e in due casi i polmoni, organi che si deteriorano più facilmente. In base ai protocolli nazionali ogni Azienda sanitaria può realizzare questo tipo di donazione, provvedendo a trapiantare gli organi presso il proprio Centro trapianti, evitando così di trasportare organi già a rischio di deterioramento presso altri ospedali.

Il Sant’Orsola è stato – come accennato – il primo centro in Emilia-Romagna a realizzare una donazione a cuore fermo. Il donatore era stato trasferito per una grave insufficienza respiratoria da un altro ospedale al Policlinico bolognese, Centro di riferimento regionale ECMO. Le cure che gli sono state prestate presso il nuovo Polo Cardio-toraco-vascolare non sono state purtroppo sufficienti a salvargli la vita. Dopo il decesso, avvenuto nella tarda serata del 14 gennaio, grazie alla sensibilità dimostrata dalla famiglia che ha dato l’assenso, è stato possibile procedere con la donazione e il trapianto dei due reni.

La donazione e i trapianti, coordinati dal Centro Riferimento Trapianti diretto da Gabriela Sangiorgi, sono stati realizzati dall’equipe di Chirurgia d’urgenza e dei trapianti diretta da Antonio Pinna e hanno coinvolto l’Anestesia e rianimazione diretta da Guido Frascaroli, il Servizio di Immunoematologia di Andrea Bontadini e quella del Maggiore di Parma, la Radiologia diretta da Maurizio Zompatori, la Microbiologia della professoressa Landini, la Diagnostica istopatologica di Antonietta D’Errico e la Nefrologia diretta da Gaetano La Manna.

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