Cibo, genetica e karma: incontro a Milano
Per anni si è creduto che il nostro destino fosse scritto nei geni che abbiamo ereditato dai nostri genitori, quindi nel nostro DNA, che può essere danneggiato da cause ambientali, come radiazioni, virus, sostanze mutagene o altro, ma che non è in nostro potere modificare.
Nel secondo millennio questa presunzione è stata modificata: il DNA infatti contiene un milione di interruttori che possono accendere e spegnere i nostri geni e modificarne l’azione; su questi interruttori possiamo agire con il cibo, con l’esercizio fisico, e, come è stato recentemente dimostrato, anche con la mente, con la meditazione. È la rivoluzione epigenetica. Ne parlerà mercoledì 4 febbraio nell’aula magna della Fondazione IRCCS – Istituto Nazionale dei Tumori, dalle 18 alle 20, il dottor Franco Berrino, medico ed epidemiologo, nell’ambito dei “Mercoledì della prevenzione”.
“Gli studi biomedici hanno dimostrato l’esistenza di una rete immensamente complessa di vie di segnale metaboliche, ancestralmenteconservate, che se opportunamente modulate possono prevenire o rallentare l’accumulo di danni alle cellule, aumentare la durata della vita libera da malattie o facilitare le guarigioni – spiega il dottor Berrino. La parola Karma significa ‘Azione’. Sino a che punto ogni nostra azione è figlia di un nostro libero pensiero? Sino a che punto è figlia di un qualcos’altro, di una azione, di un Karma, di un destino che noi non vediamo, di cui non abbiamo coscienza, ma che fa parte della nostra stessa natura di mammiferi pensanti? Quali tracce di attivazione/disattivazione genica ereditate dai nostri antenati e accumulate nel corso della nostra vita condizionano le nostre reazioni, il nostro comportamento,e anche il rischio di ammalarci?”.