Cura del dolore: attenzione agli antinfiammatori nei pazienti cardiopatici
Quando si parla di farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) e trattamento del dolore cronico, le parole d’obbligo sono “attenzione all’abuso”. Una pratica tutta italiana che ci pone tra i primi Paesi al mondo per l’impiego, spesso inappropriato, di questi farmaci. Tuttavia, i segnali di un’inversione di tendenza non mancano. Come dimostra il progetto CardioPain. Implementato da diverse altre strutture in tutt’Italia, oggi CardioPain arriva anche a Padova: le Cardiologie degli Ospedali S. Antonio e Immacolata Concezione di Piove di Sacco inseriranno d’ora in poi un esplicito monito circa l’uso di FANS e di inibitori selettivi della COX-2 sulla scheda di dimissione ospedaliera dei pazienti cardiopatici, nel momento in cui questi ultimi, lasciando l’ospedale, tornano in carico al medico di famiglia.
“Come per ogni progettualità innovativa, abbiamo accolto con entusiasmo CardioPain”, dichiara Domenico Marchese, Direttore Cardiologia Ospedale S. Antonio di Padova e dell’Ospedale Piove di Sacco.“Riteniamo possa rappresentare un utile strumento per dare concreta attuazione alla nota AIFA 66 e per migliorare l’assistenza e l’informazione ai pazienti”.
I FANS e gli inibitori selettivi della COX-2 sono farmaci antinfiammatori il cui impiego, secondo la letteratura scientifica e le più recenti indicazioni delle Autorità regolatorie, andrebbe limitato al dosaggio minimo efficace e al più breve tempo possibile. Questo a causa degli effetti collaterali a livello cardiovascolare, epatico, renale e gastrointestinale che un loro utilizzo cronico può indurre. Secondo la nota n. 66 dell’AIFA, FANS e COXIBsono controindicati nei pazienti interessati da scompenso cardiaco moderato e grave, cardiopatiaischemica, patologie cerebrovascolari e arteriose periferiche. Ciononostante il consumo di questi farmaci si mantiene ancora elevato. Stando a un recente Rapporto OSMED, quasi il 4% dei soggetti a rischio cardiovascolare fa un uso improprio di FANS, assumendoli per oltre 90 giorni all’anno.
“Il progressivo invecchiamento della popolazione – prosegue Marchese – ci porta ad avere pazienti anziani che seguono terapie complesse perché sono sempre più affetti da patologie concomitanti, in particolare quellecerebro-cardiovascolari e quelle degenerative osteoarticolari. Qui è fondamentale fare attenzione alle interazioni tra i diversi farmaci e alle controindicazioni. Impiegare per lungo tempo gli antinfiammatori, con l’obiettivo di curare il dolore artrosico o di altra natura, può essere controproducente sul fronte della salute di cuore e arterie. CardioPain vuole sensibilizzare i medici e i loro assistiti proprio su questo problema. Auspichiamo che anche altre cardiologie aderiscano affinché cresca, di conseguenza, l’informazione ai cittadini”.
Passo imprescindibile per il buon esito del progetto, il coinvolgimento dei medici di famiglia del territorio. A loro saranno infatti dedicati specifici incontri che avranno lo scopo di sensibilizzare le cure primarie sul progetto CardioPain e sulla necessità di una maggiore appropriatezza terapeutica nel trattamento del dolore, soprattutto nei soggetti più fragili.