Dolore Episodico Intenso, realtà sottovalutata: al via progetto
Colpisce il 30-50% dei malati oncologici. È il Dolore Episodico Intenso (D.E.I.), un picco di sofferenza che insorge all’improvviso in pazienti che già soffrono di dolore da cancro. Nonostante sia causa di una importante compromissione della qualità della vita, il D.E.I. è una realtà clinica ancora sottostimata e sottodiagnosticata, spesso trattata con farmaci non appropriati. A Napoli il convegno “Ascolto e relazione nel percorso di cura: 6 D.E.I. nostri?”, promosso da Angelini, ha fatto il punto su come migliorare la gestione di questa patologia, identificando il rapporto tra medico e paziente quale fattore essenziale per il successo del percorso di cura. Capacità di ascolto e di dialogo che risultano di particolare valore in un contesto, quale è quello oncologico, complesso e ricco di implicazioni culturali e psicologiche, che costituiscono la chiave per un’alleanza terapeutica efficace. L’evento partenopeo segna l’inizio di un percorso che coinvolgerà i terapisti del dolore in prima persona e culminerà nella pubblicazione di un volume con le più belle storie di “straordinaria” comunicazione medico-paziente. Presentata inoltre una nuova opzione farmacologica per la terapia del D.E.I.: una formulazione di fentanyl citrato sublinguale caratterizzata da elevata rapidità d’azione e flessibilità posologica.
“Il Dolore Episodico Intenso è un dolore transitorio acuto di breve durata, che s’instaura su un dolore persistente di base”, spiega il professor Guido Fanelli, Presidente della Commissione Ministeriale Terapia del Dolore e Cure Palliative. “É un picco di sofferenza intenso, che si verifica all’improvviso; lo sperimenta circa il30-50% dei pazienti oncologici. Insorgendo in modo rapido e inaspettato, ha un pesante impatto sulla qualità di vita del malato e sul suo percorso di cura. Per le sue peculiarità, il Dolore Episodico Intenso necessita di farmaci con apposita indicazione ma ancora troppo spesso è sottodiagnosticato e sottotrattato o affrontato inappropriatamente, mentre cruciali per una terapia efficace sono la velocità dell’effetto analgesico e la possibilità di calibrare il dosaggio, in base alle caratteristiche del singolo paziente”.