Fibrosi cistica, laboratorio di riabilitazione al Bambino Gesù

di oggisalute | 24 febbraio 2016 | pubblicato in Attualità
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E’ ormai dimostrato l’impatto positivo dell’esercizio fisico sui pazienti con Fibrosi Cistica già dai primissimi anni di vita. In questi pazienti l’attività fisica, associata alla fisioterapia respiratoria quotidiana necessaria a rimuovere le secrezioni bronchiali, facilitano la liberazione dei bronchi dal muco denso ristagnante, migliorano la funzione stessa dei polmonare e quindi l’ossigenazione di tutti gli organi. L’attività fisica poi contrasta l’indebolimento del tono calcico delle ossa e contemporaneamente aiuta ad avere un maggiore controllo dei valori di glicemia nel sangue in quei pazienti che esprimono già il diabete. Tutto questo è stato dimostrato da importanti studi clinici.

Presso l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, grazie alla donazione dell’Associazione Onlus O.F.FI.CI.UM (Organizzazione delle Famiglie contro la Fibrosi Cistica a carattere Umanitario) è stato possibile allestire un laboratorio per rieducare allo sforzo anche i pazienti affetti da fibrosi cistica con riduzione significativa della funzionalità respiratoria. I pazienti che necessitano di lunghi ricoveri, selezionati in base a criteri scientificamente definiti con la collaborazione della Medicina dello Sport dell’Ospedale che indicherà i parametri di tolleranza cardiopolmonare, potranno svolgere programmi di riabilitazione per mantenere o migliorare la propria funzionalità respiratoria. L’allenamento quotidiano, sotto controllo stretto dei fisioterapisti, potrà essere effettuato dopo il superamento della fase acuta di riacutizzazione infettiva, senza provocare sovraccarichi dell’apparato cardiopolmonare e in assoluta sicurezza.

«Questo servizio – spiega la dottoressa Vincenzina Lucidi, responsabile di Fibrosi Cistica – aiuterà i pazienti con insufficienza respiratoria di grado medio-grave a contrastare la naturale riduzione dell’attività motoria che si sviluppa a causa dall’aumento della dispnea e della percezione allo sforzo presente negli stadi più avanzati della malattia».

«Vivere con una patologia cronica evolutiva – dichiara Silvia Ranocchiari, presidente O.F.FI.CI.UM – impegna notevolmente il paziente e la sua famiglia. Per questo la nostra associazione ha come vocazione la diffusione della conoscenza della Fibrosi cistica. Solo accrescendo la familiarità con la malattia i nostri figli potranno crescere in un ambiente maggiormente accogliente».

La fibrosi cistica, la più diffusa tra le malattie genetiche, è causata da un gene alterato che comporta anomalie nel trasporto di sali e acqua sulla superficie delle cellule epiteliali. Interessando vari organi e alterandone le funzioni (problemi respiratori, infiammazioni croniche dei polmoni, danni all’intestino e al fegato, malnutrizione e infertilità), può essere invalidante per la crescita e la vita futura dei piccoli. Alle malattie genetiche rare e ultrarare è dedicata in particolare ‘Vite Coraggiose’, la campagna di comunicazione sociale promossa dalla nuova Fondazione Bambino Gesù Onlus.

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