Giorgio Sallemi nuovo presidente degli ortopedici traumatologici siciliani
Fare leva sulle nuove generazioni e mantere alta la qualità terapeutica dell’ortopedia siciliana. Sono queste alcune delle sfide lanciate da Giorgio Sallemi, direttore dell’Unità operativa complessa di Ortopedia dell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Ragusa, e da poco eletto presidente regionale dell’Asoto, l’Associazione siciliana ortopedici traumatologici ospedalieri.
Sallemi, che prende il posto di Rosario Lupo alla guida dell’associazione, è stato eletto all’unanimità alla fine del 28esimo congresso regionale dell’Asoto, che si è svolto poco tempo fa ad Agrigento. Per l’occasione oltre quaranta esperti provenienti da ogni parte dell’Isola, si sono confrontati sui temi più attuali che riguardano le fratture di braccia e gambe, più di preciso, femore, omero e tibia. Si è discusso delle innovazioni terapeutiche in atto per fronteggiare una traumatologia ormai molto diffusa, anche a causa dei sempre più frequenti incidenti stradali.
In occasione del congresso, sono state rinnovate anche le cariche del Consiglio direttivo dell’associazione, composto dai consiglieri Salvatore Loggia, Roberto Ventimiglia, Giancarlo Salvo, Angelo Leonarda e Giovanni Palmisciano. Segretario eletto, Oscar Cammarata e probiviri Giorgio Assenza e Giovanni Restuccia.
“Ho visto nascere questa associazione – ha dichiarato il neo presidente Sallemi – e per me è un onore poter ricoprire questo incarico. Punteremo sempre più a fare leva sulle nuove generazioni di ortopedici, alimentando un continuo scambio e confronto. Stiamo rinnovando il nostro sito internet, dove avremo anche uno spazio per discutere i tanti casi clinici che affrontiamo quotidianamente. Dovremo, poi, tutti insieme trovare una soluzione al contenzioso medico-legale che interessa particolarmente l’ortopedia, supportando i colleghi coinvolti. Io ho lavorato per vent’anni fuori dalla Sicilia, in Nord Italia, appena sono rientrato mi sono accorto che il divario tra l’ortopedia del Nord e quella siciliana si è molto ridotto rispetto al passato, per questo dobbiamo continuare a tenere alta la qualità dei nostri ospedali”.