I chiropratici scrivono al ministro Lorenzin contro il “declassamento”

di oggisalute | 6 luglio 2016 | pubblicato in Attualità
chiropratici

“I rettori delle maggiori università estere stanno inviando in questi giorni una lettera al ministro Lorenzin chiedendo di riconsiderare la decisione di declassare la chiropratica a professione tecnica. A sottoscrivere l’appello, i rettori di importanti università degli Usa, Canada, Regno Unito, Australia, Francia, Danimarca e Sudafrica che parlano di evidente contrasto della legislazione italiana rispetto al contesto internazionale, dove i chiropratici vengono considerati alla stregua dei medici, una professione primaria”.

A sottolinearlo in una nota è l’Aic, Associazione italiana chiropratici attiva in Italia dal 1974 con l’obiettivo di tutelare la professione dal diffuso fenomeno dell’abusivismo e di garantire ai pazienti un elevato livello di professionalità e di competenza.

“In realtà -prosegue la nota dell’Aic- anche in Italia i chiropratici finora erano considerati una professione primaria, così come previsto dalla legge 244/07. L’attuazione di questa legge sarebbe dovuta avvenire entro sei mesi dalla sua emanazione, ma a distanza di otto anni non è mai arrivata”. I chiropratici, per voce del presidente John Williams, chiedono ora una modifica in extremis del disegno di legge e parlano di “una vera disfatta della legislazione italiana a scapito della libera scelta di cura garantita ai cittadini dalla Costituzione”.

“La chiropratica – spiega il presidente dell’Aic John Williams – non utilizza farmaci e conta centinaia di migliaia di pazienti in Italia. Tutti gli studi internazionali dimostrano la sua efficacia nella riduzione dei costi dei sistemi sanitari e i benefici sulla qualità della vita dei pazienti. In Italia, invece, a livello normativo è stata oggetto di un emendamento che ha di fatto annullato le intenzioni iniziali del ministro Lorenzin. Chiediamo da sempre un percorso universitario non inferiore a cinque anni, così come prescritto dall’Organizzazione mondiale della sanità oltre all’attuazione del registro dei chiropratici, unica arma contro l’abusivismo, anche in Italia”.

Lo scorso anno una delle più rappresentative università americane, la Life University, spiega Aic, aveva annunciato la nascita del primo corso di laurea a Roma nel 2018.  “Un investimento di svariati milioni di euro, che avrebbe permesso anche agli aspiranti chiropratici italiani di poter avere in patria un’università riconosciuta a livello internazionale. Ora, però, la stessa università sarebbe pronta a ritirarsi visto il cambiamento normativo in atto”, conclude l’Aic.

(Fonte: Adnkronos)

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