Il nuovo modello di sanità territoriale in Lombardia, esperti a confronto
Il nuovo modello di sanità territoriale in Lombardia sarà al centro di convegno organizzato dalle Acli milanesi e della Lombardia e dal Circolo Acli di Motta Visconti, insieme a Fap Acli e Caritas. L’appuntamento è dalle 9.30 presso Cascina Morona a Bereguardo (tra Motta Visconti e Bereguardo).
Interverranno professionisti di primo livello coinvolti direttamente nella gestione sanitaria territoriale, tra cui Angelo Garavaglia, direttore del Distretto Corsico dell’Asst Rhodense; Luigi Leone, direttore della Casa di Riposo Gallazzi; Arcangelo Ceretti, geriatra della Fondazione Golgi Cenci di Abbiategrasso; Rodolfo Rivera, nefrologo presso l’Ospedale San Gerardo, Asst – Monza; Rocco Maruotti, già primario chirurgo ad Abbiategrasso; Carlo Cristini, geriatra dell’Università Brescia ed Enrico Vai, vicesindaco del Comune Casorate Primo. A coordinare i lavori Enzo Azzimonti, presidente dell’Acli Motta Visconti.
Sono stati invitati l’assessore al Welfare regionale Giulio Gallera e il consigliere regionale Carlo Borghetti. L’evento ha ottenuto il patrocinio dei Comuni di Motta Visconti e Casorate Primo e la collaborazione dell’AVIS.
“La riforma più importante firmata della giunta Maroni – fa sapere il dottor Rivera – è senz’altro quella che riguarda il sistema sanitario. Una riforma epocale, che entrerà nel vivo tra la fine di luglio e il mese di novembre, e chiede ai medici del territorio, in particolare ai medici di medicina generale, di rimettersi in gioco. Il cuore della riforma è la presa in carico del cronico da parte del ‘gestore’, un tutor che seguirà il paziente nel percorso di cure, prenotando visite ed esami e stilando un piano assistenziale individualizzato. L’effetto atteso della riforma è migliorare la qualità della vita del paziente cronico, la riduzione delle liste d’attesa, l’accompagnamento e la personalizzazione delle cure”.
“Il problema – prosegue Rivera – riguarda un malato su tre. Un numero esorbitante, solo a Milano sono circa 430 mila e negli ambiti territoriali Pavese, Lomellina e Oltrepo, i cronici sono circa 200 mila. I soggetti affetti da ipertensione arteriosa, diabete, ipercolesterolemia, cardiopatie, malattie renali ed un’altra sessantina di problemi cronici, rappresentano il 30 per cento degli assistiti che richiedono circa il 70 per cento delle risorse sanitarie disponibili. Il ‘gestore’ o il ‘co-gestore’ seguiranno il pazienti nel suo percorso, ma il progetto sta già creando discrepanze tra i medici di famiglia”.