Il pediatra: videogame violenti favoriscono l’aggressività dei bimbi
Cosa fa un videogame violento al cervello di un bambino? Esiste un legame fra il mondo virtuale vissuto attraverso un joypad e l’aggressività nella vita reale? Uno psicologo Usa passa in rassegna le ricerche scientifiche disponibili sul tema e assicura: “Esistono evidenze del fatto che l’esposizione a videogiochi violenti sia collegata all’aggressività, ma – precisa – questo non sempre si traduce in comportamenti violenti”. L’argomento torna periodicamente alla ribalta, come è successo nei giorni scorsi con la sparatoria di Monaco, poiché il killer, giovanissimo, era fra le altre cose appassionato di videogame ‘sanguinari’.
Ma questi episodi estremi, fa presente Brad Bushman, docente di psicologia all’Ohio State University, sul ‘Daily Mail’ online, sono rari e complessi e vengono scatenati da fattori multipli, combinati insieme. Per verificare gli effetti dei videogiochi con ambientazioni criminali, dove i protagonisti si fanno largo a colpi di pistola, eliminano quantità innumerevoli di nemici, provocano esplosioni e si lasciano alle spalle scie di sangue, diversi team di scienziati hanno condotto varie tipologie di esperimenti, in laboratorio e sul campo. Una metanalisi di questi studi mostra un incremento dell’aggressività in maschi e femmine di tutte le età, indipendente dal luogo in cui vivono. “I giochi violenti inoltre – spiega Bushman – desensibilizzano i giocatori, rendendoli indifferenti alla sofferenza altrui”.
Studi longitudinali, continua l’esperto, “hanno permesso poi ai ricercatori di guardare ai possibili effetti a lungo termine. E i risultati ottenuti sono molto simili. Numerosi lavori trasversali e longitudinali hanno evidenziato che l’esposizione a media violenti non è ‘la’ causa di comportamenti estremi, ma aumenta il rischio. Noi stessi abbiamo condotto una ricerca che ha mostrato come il 90% dei pediatri e circa due terzi dei ricercatori del settore media intervistati concordavano sul fatto che i videogiochi violenti aumentano l’aggressività nei bambini”.
Ci sono ragioni teoriche e pratiche, fa notare Bushman, “per ritenere che l’esposizione a questo tipo di giochi e simulazioni è un fattore di rischio. Oggi la maggior parte delle persone vive circondata da media, i bambini americani trascorrono ore davanti a uno schermo e la violenza è un tema dominante in molte forme di media. Il cervello umano è plastico e la sua struttura è modellata dalle esperienze”. Reali o virtuali che siano. “L’esposizione alla violenza nei media e nei videogame, però – conclude – è anche uno dei pochi fattori di rischio su cui la politica, gli addetti ai lavori e i genitori possono realmente intervenire”.
(Fonte: Adnkronos)