Infarto nella donna, campagna di prevenzione in Sicilia

di oggisalute | 2 ottobre 2015 | pubblicato in Attualità
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Ogni anno in Sicilia quasi una donna su 2 muore a causa di una malattia del cuore, ma la maggioranza non sa che queste malattie sono la loro prima causa di morte e sottovaluta i sintomi dell’infarto. E nell’Isola la mortalità per malattie circolatorie risulta più elevata che nel resto del Paese.

In Sicilia, persistono ancora forti influenze negative sulla salute, specie sull’incidenza delle malattie cerebro e cardiovascolari per quanto riguarda alcuni fattori di rischio e, in particolare, obesità, sedentarietà, iperglicemia, diabete e fumo.

Nel 2013 (ultimo dato di mortalità disponibile) si sono verificati, complessivamente, 11.066 decessi per malattie del sistema circolatorio nelle donne e 9.026 negli uomini. La gran parte delle malattie del sistema circolatorio è imputabile alle malattie ischemiche del cuore (quali l’infarto del miocardio) e alle malattie cerebrovascolari (come l’ictus).

Vivi con il Cuore (www.viviconilcuore.it) è la prima campagna di informazione, promossa da Abbott, per riconoscere e prevenire l’infarto nella donna, con l’obiettivo di promuovere e sviluppare la conoscenza e la consapevolezza delle patologie cardiovascolari e incentivare le donne ad adottare strategie salva-cuore. Dell’iniziativa si è parlato oggi, in occasione della Giornata Mondiale del Cuore, nel corso del Convegno “Malattie Cardiovascolari al femminile: un approccio a misura di donna” promosso dall’Università degli Studi di Palermo con il patrocinio della Regione Siciliana, Assessorato della Salute e della Città di Palermo.

“Le donne sono meno consapevoli del loro rischio cardiovascolare e tendono a trascurare i sintomi, inoltre nella nostra regione siamo ancora in ritardo nelle iniziative di sensibilizzazione destinate alle donne – dichiara Salvatore Novoprofessore ordinario, Cattedra in Malattie Cardiovascolari, Dipartimento di Scienze per la Promozione della Salute e Materno Infantile dell’Università di Palermo -. “Eppure – continua Novo – l’importanza della conoscenza del rischio cardiovascolare è stata dimostrata scientificamente e si traduce, nella pratica quotidiana, in una più accurata azione preventiva. Ridurre, anche di poco, i fattori di rischio potrebbe dimezzare l’incidenza delle patologie cardiovascolari consentendo di utilizzare meglio e con maggiore efficienza tutte le risorse che la medicina può mettere oggi in campo per salvare un numero maggiore di vite”.

Le malattie cerebro-cardiovascolari e l’infarto sono la prima causa di morte nelle donne, un dato più alto che per tutte le forme di cancro, causando in Sicilia il 46% di tutti i decessi contro il 38% degli uomini (11.066 donne muoiono ogni anno per le malattie circolatorie), ma la maggioranza non ne è consapevole e spesso sottovaluta il rischio.Purtroppo, nonostante il livello delle conoscenze sui fattori di rischio e il beneficio dimostrato nel mantenere il profilo di basso rischio fin dall’età più giovane, Solo il 7% delle donne over 35 risulta avere un profilo di rischio favorevole.

“Sebbene i tradizionali fattori di rischio siano comuni tra uomini e donne – afferma Marcello Ciaccioprofessore ordinario, direttore del Dipartimento di Biopatologia e Biotecnologie Mediche dell’Università di Palermo – vi sono significative differenze nei due sessi per prevalenza e significato clinico, come succede ad esempio per il diabete, la pressione arteriosa sistolica, la colesterolemia, lo stato ormonale e alcuni marker infiammatori”.

La campagna Vivi con il Cuore utilizza come supporto tecnologico un portale web www.viviconilcuore.it. All’interno del portale, le donne potranno trovare una miniera di informazioni sulle malattie del cuore, riconoscere le differenze di genere, scoprire i sintomi dell’infarto e le specificità nella donna, tanti consigli per attuare efficaci strategie salva-cuore e un semplice test per valutare il proprio stile di vita.

Per quanto riguarda le malattie cardiovascolari, è ormai assodato che donne e uomini differiscono per sintomi, presentazione clinica, diagnosi, prognosi e terapia.

“Nella donna l’infarto può presentare caratteristiche differenti per sede e tipologia, con una maggiore presenza di sintomi non specifici e spesso ignorati. Questo è uno dei motivi per cui, generalmente, le donne si recano in ospedale più tardi rispetto agli uomini – prosegue il professore Salvatore Novo – Anche se il dolore toracico rimane un sintomo cruciale, nella donna l’infarto si può presentare, ad esempio, con dolore alle spalle, alla schiena, alla mandibola, oppure con respiro corto e affannoso, stanchezza profonda, nausea e vomito”.

Ma quanto ne sanno le donne? A questo proposito Eikon Strategic Consulting ha intervistato un campione di donne tra i 40 e i 60 anni statisticamente rappresentativo della popolazione italiana femminile di questa fascia d’età, per comprendere la loro percezione in relazione alle malattie cardiovascolari. Ne emerge un quadro caratterizzato da luci e ombre. 8 donne su 10 (il 76%) non sanno che le malattie cardiovascolari e l’infarto sono la loro prima causa di morte, mentre il 68% ritiene che siano un problema tipicamente maschile. Il sintomo cruciale dell’infarto, il dolore toracico, è correttamente indicato dal 71% delle intervistate, ma la maggioranza delle donne non sa che i segnali di allarme possono essere diversi dall’uomo e meno della metà è in grado di riconoscere gli altri sintomi non specifici. Il risultato è che mediamente solo quattro donne su dieci si sono rivolte a un medico pur avendo accusato una serie di sintomi che potrebbero essere classificati come possibili segnali d’allarme dell’infarto. Infine, le donne intervistate dichiarano di riuscire a tenere sotto controllo molti di quelli che ritengono fattori di rischio per l’infarto, come ad esempio la pressione arteriosa, il colesterolo e il fumo. Più difficile controllare lo stress, il carico di lavoro e le responsabilità (per il 75%).

Il riconoscimento di differenze di genere gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione della malattia cardiovascolare.

“Ogni donna, soprattutto dopo la menopausa, dovrebbe conoscere il proprio profilo di rischio e fare più attenzione ai segnali del proprio corpo – aggiunge il Professore Marcello Ciaccio – Non dimentichiamo che In Sicilia la mortalità per malattie circolatorie risulta più elevata che nel resto del paese e che il 51% delle donne in menopausa soffre di ipercolesterolemia, il 58% è ipertesa, il 12% è diabetica, il 67% è in sovrappeso o risulta obesa e il 18% è fumatrice”.

“Come partner di questa importante iniziativa, siamo orgogliosi di poter dare il via a Vivi con il Cuore, con il patrocinio di SIC, ARCA, SIPMeL, SIBioC, ELAS, AISC e GREAT, con l’obiettivo di contribuire a sviluppare una maggiore consapevolezza verso le malattie cardiovascolari nelle donne – dice Stefano Zangaradirettore Risorse Umane di Abbott Italia -. La buona notizia, infatti, è che queste malattie sono, in gran parte, prevenibili attraverso l’adozione di stili di vita sani e una corretta informazione”.

Nel corso del Convegno “Malattie Cardiovascolari al femminile: un approccio a misura di donna”, i cardiologi dell’Università di Palermo hanno offerto consigli utili e un check up gratuito dello stile di vita a tutte le donne over 40 presenti. Indagine sulle donne italiane e la percezione del rischio cardiovascolare – Istituto Eikon SC – Metodologia: questionario auto somministrato con modalità CAWI della durata di 20-25 minuti. Campione: 1.000 donne tra i 40 e i 60 anni. Modalità di svolgimento: utilizzo di una piattaforma dedicata. Tempi: il questionario è stato somministrato nel mese di Luglio 2014.

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