Nas nelle mense scolastiche, sospese 21 ditte e alimenti sequestrati

di oggisalute | 19 dicembre 2019 | pubblicato in Attualità
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Sequestrate o sospese 21 imprese di catering per rilevanti carenze igienico-sanitarie e strutturali e oltre 900 kg di derrate alimentari. Sono alcuni dei risultati dei controlli messi a segno, con l’avvio dell’anno scolastico 2019-2020, dal Comando carabinieri per la tutela della salute che, insieme al ministero della Salute, ha realizzato un piano di controllo nazionale finalizzato alla verifica dei servizi di ristorazione e delle imprese di catering assegnatari della gestione mense negli istituti scolastici.

Il monitoraggio è stato pianificato per accertare la regolarità dei servizi nelle scuole di ogni ordine e grado, pubbliche e private, partendo dagli asili nido fino agli istituti superiori. Le verifiche, in corso da settembre, hanno portato a ispezioni in 968 aziende di ristorazione collettiva all’interno di mense scolastiche, di cui 198 hanno evidenziato irregolarità, determinando la contestazione di 25 violazioni penali e 247 amministrative alle normative nazionali e comunitarie, con conseguenti sanzioni pecuniarie per 204 mila euro. Nello stesso contesto è stata disposta la sospensione dell’attività o il sequestro di 21 imprese di catering (valore economico stimato in circa 3 milioni di euro) per rilevanti carenze igienico-sanitarie e strutturali. Sono stati altresì sequestrati oltre 900 kg di derrate alimentari come carni, formaggi, frutta e ortaggi e olio, in assenza di tracciabilità, custoditi in cattive condizioni sanitarie e in ambienti inadeguati, nonché destinati all’impiego nelle pietanze sebbene di qualità inferiore a quanto previsto.

Come fa sapere il Nas, le violazioni penali più ricorrenti contestate ai 27 gestori e titolari delle imprese, denunciati alle varie procure, sono relative alla frode e alle inadempienze in pubbliche forniture, alla detenzione di alimenti in cattivo stato di conservazione e a inottemperanze alla normativa sulla sicurezza sui luoghi di lavoro.

Dagli accertamenti del Nas è emerso, nei casi di irregolarità, il ripetuto impiego fraudolento di prodotti di minore qualità rispetto a quella pattuita e dichiarata nei contratti di fornitura stipulati con i Comuni, lucrando sulla differenza di costo della materia prima utilizzata nella preparazione dei pasti.

Frequentemente, spiegano i carabinieri, sono gli alimenti dop o biologici (formaggi, olio extravergine, prosciutto) ad essere sostituiti con altri di minore valore economico che, pur non presentando criticità igieniche, non posseggono alcuna denominazione di origine. Ulteriori controlli hanno evidenziato l’utilizzo di carne o vegetali surgelati/congelati al posto di quelli freschi dichiarati in contratto.

La maggioranza delle infrazioni riguarda invece l’ambito amministrativo, come le carenze strutturali e impiantistiche dei locali impiegati alla preparazione dei pasti, la mancata attuazione dell’autocontrollo e della tracciabilità degli alimenti, questi ultimi fondamentali per prevenire possibili episodi di intossicazione. Non mancano inoltre, sottolinea il Nas, situazioni di mancata indicazione nei menù esposti all’utenza sulla presenza degli allergeni e di aree di cucina dove avveniva la preparazione dei alimenti per diete ‘speciali’ in modo indistinto con le pietanze convenzionali.

(Fonte: Adnkronos)

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