Ora la farmacia dei servizi è più vicina. Dalla Conferenza Stato-Regioni emerge un nuovo modello di assistenza
“L’inserimento della farmacia dei servizi nell’ambito della riorganizzazione della sanità territoriale è un riconoscimento che chiedevamo da tempo alle Regioni e che quindi giudichiamo come un fatto importante e positivo”, dice il presidente della Federazione degli ordini dei farmacisti italiani, Andrea Mandelli. La dichiarazione viene a commento degli interventi per il riassetto organizzativo e strutturale della rete dei servizi di assistenza ospedaliera e territoriale deliberati dalla Conferenza Stato-Regioni. “Ma nell’attesa di questo riconoscimento” prosegue Mandelli “non siamo certo rimasti inerti, abbiamo anzi avviato una riflessione importante sull’evoluzione del servizio farmaceutico, nonché una sperimentazione scientifica, sul campo, dei servizi cognitivi che in tutti i Paesi avanzati sono alla base di un reale coinvolgimento del farmacista di comunità nel processo di cura. Siamo quindi in grado di proporre alle Regioni una metodica, quella dell’Mur, di cui è già stata dimostrata la praticabilità in Italia e di cui stiamo sperimentando anche le ricadute cliniche e farmaco-economiche. Cosa fondamentale, è una modalità di intervento che ha già riscosso l’interesse dei medici di medicina generale”.
È evidente che dall’implementazione del nuovo modello di farmacia ci si attende, come è successo in Gran Bretagna e in Canada, anche un contributo alla stabilità economica delle farmacie e, quindi, conclude il presidente della Fofi, “la possibilità di invertire la tendenza attuale in fatto di livelli occupazionali: la farmacia dei servizi può vivere soltanto se al suo interno operano professionisti competenti, aggiornati e in numero adeguato”.