Palermo, usato per la prima volta in Italia nuovo catetere venoso
È un device di nuovissima generazione per bloccare i trombo-embolismi. Proviene dagli Usa e per la prima volta in Italia è stato utilizzato al Trauma Center di Villa Sofia a Palermo dal direttore Antonio Iacono e dal suo staff.
L’ultima novità dei dispositivi medici sanitari è un catetere venoso che viene tirato in ballo quando ci si trova di fronte ad un soggetto politraumatizzato, ovvero con diverse fratture e traumi di una certa rilevanza. Era questo il caso di un ragazzo di 22 anni, ricoverato appunto al Trauma Center dopo un incidente stradale nel quale aveva riportato gravi lesioni, al bacino, agli arti inferiori, lesioni epatiche e trauma cranico in fase emorragica.
Proprio le lesioni epatiche con il concomitante stato emorragico rendono difficile, se non impossibile, potere applicare la normale terapia anti-coagulante, attraverso la ben nota eparina, principio attivo in grado di rallentare o interrompere il processo di coagulazione del sangue e scongiurare così la formazione di trombi (coaguli sanguigni anomali) all’interno del circuito venoso.
Il catetere venoso viene invece introdotto attraverso grossi vasi come la vena femorale e attraverso un filtro cavale di cui è dotato, una specie di ombrellino, riesce a bloccare i trombi in partenza dalle fratture degli arti inferiori e dal bacino ed evitare così che entrino in circolo. Una volta superata la fase critica il catetere con il filtro viene estratto.
“È un dispositivo – sottolinea Antonio Iacono – che si è rivelato molto efficace quando non si può somministrare il trattamento eparinico come è successo per il ragazzo ricoverato a Villa Sofia. Negli Usa, in Inghilterra e in Turchia è già di uso corrente, in Italia è appena arrivato ed è particolarmente indicato nei pazienti politraumatizzati ed emorragici”.