Quattro anni fa moriva Levi Montalcini,
oggi 60 istituti hanno suo nome
Il 30 dicembre del 2012 moriva a Roma Rita Levi-Montalcini, premio Nobel per la medicina. Una delle menti più eccelse della scienza italiana. E oggi sono più di 60 gli istituti che portano il suo nome, riferisce l’associazione a lei intitolata che oggi la ricorda nell’anniversario della morte.
“È difficile – racconta Piera Levi-Montalcini, nipote del premio Nobel e presidente dell’associazione – condensare in poche righe il ricordo della zia Rita non solo per il suo contributo alla scienza mondiale, ma anche e soprattutto per la sua grande carica umana e l’affetto che mi ha sempre trasmesso”.
“L’associazione che porta il suo nome – aggiunge – in questi anni ha realizzato il suo sogno che era quello di sostenere ed indirizzare i giovani verso una formazione culturale e scientifica rigorosa e seria. Per questo abbiamo voluto mettere in rete tutte le scuole che nel nostro Paese sono state intitolate a lei, per valorizzare e rilanciare il suo insegnamento. Oggi sono oltre 60 gli istituti di diverso indirizzo che con orgoglio hanno deciso di chiamarsi ‘Rita Levi-Montalcini'”.
Rita Levi Montalcini fu ricercatrice e neurologa insignita del premio Nobel per la medicina nel 1986. Nacque a Torino il 22 aprile del 1909, in una famiglia di origine ebrea. Fu la prima donna a essere ammessa alla Pontificia Accademia delle Scienze. Entrò giovanissima nella scuola medica dell’istologo Giuseppe Levi, dove cominciò gli studi sul sistema nervoso che avrebbe poi proseguito per tutta la vita.
Ebbe come compagni universitari due futuri premi Nobel, Salvador Luria e Renato Dulbecco. A causa delle leggi razziali si trasferì a Bruxelles. Poco prima dell’invasione tedesca del Belgio, ritornò in Italia e non potendo più frequentare l’università in quanto ebrea, allestì un piccolo laboratorio di ricerca nella sua camera da letto. Al termine della guerra, nel 1947 le venne offerta una cattedra alla Washington University di St.Louis dove fece la sua scoperta più importante: la proteina del fattore di crescita del sistema nervoso (Ngf), studio che trent’anni dopo venne premiato con il Nobel.
Una ricerca fondamentale per la comprensione dei tumori e con ricadute importanti nella cura di malattie come Alzheimer e Sla. Tornò in Italia nel 1977 ed il 1º agosto 2001 fu nominata senatrice a vita per i suoi altissimi meriti nel campo scientifico e sociale.
(Fonte: Adnkronos)