Rapporto del Ministero della Salute: in calo ricoveri e dimissioni nel 2015
Meno ricoveri negli ospedali italiani nel 2015. Mentre resiste la mobilità interregionale “pur con qualche leggera variazione”: insomma, continuano i viaggi della speranza di pazienti che si spostano da casa in cerca di cure. Dalla ‘fotografia’ scattata nel Rapporto annuale sull’attività di ricovero ospedaliero (Sdo 2015) del ministero della Salute si osserva “una generale diminuzione del volume di attività ospedaliera erogata: il numero complessivo di dimissioni per acuti, riabilitazione e lungodegenza mostra una diminuzione di circa il 2,3%, mentre il corrispondente volume di giornate si riduce di circa lo 0,9%” rispetto all’anno precedente.
Più in dettaglio, la riduzione più consistente si osserva per l’attività per acuti in regime diurno (-5,7% per le dimissioni e -5,3% per il numero di accessi), poi per l’attività di Riabilitazione in regime diurno (-2,2% per le dimissioni e -2,8% per il numero di accessi) e infine per l’attività per acuti in regime ordinario (-1,4% per le dimissioni e -0,6% per le giornate di ricovero). In controtendenza l’attività di riabilitazione in regime ordinario, che cresce dell’1,1%, con un corrispondente incremento dello 0,6% per il volume di giornate. Rispetto al 2014, nel 2015 il tasso di ospedalizzazione per acuti, standardizzato per età e sesso in si riduce da 134,3 a 129,9 dimissioni per 1.000 abitanti, suddiviso in 97 dimissioni (per 1.000 abitanti) in regime ordinario e 32,9 in regime diurno (nell’anno precedente i valori erano, rispettivamente, 99,3 e 35 dimissioni per 1.000 abitanti); si osserva, inoltre, una discreta variabilità regionale.
Il tasso di ospedalizzazione mostra un andamento decrescente nel tempo, che interessa sostanzialmente l’attività per acuti, sia in regime ordinario che diurno: si passa, rispettivamente, da 115,8 e 48,8 per mille abitanti nel 2010 a 97 e 32,9 nel 2015. Il tasso di ospedalizzazione complessivo si riduce da 171,9 per mille abitanti nel 2010 a 136,5 nel 2015.
Non mancano le notizie positive: l’appropriatezza del ricovero ospedaliero “migliora ulteriormente”, come indica l’andamento dei ricoveri con Drg a rischio di inappropriatezza: confrontando i dati 2015 con quelli dell’anno precedente si osserva un aumento della percentuale di regime diurno – cioè senza il ricovero dei pazienti – in 40 dei 108 Drg a rischio inappropriatezza. Complessivamente per i 108 Drg Lea “si osserva una significativa deospedalizzazione, con un miglioramento dell’appropriatezza organizzativa e dell’efficienza nell’uso delle risorse ospedaliere”, si legge nel Report.
La mobilità interregionale, pur con qualche leggera variazione, “si mantiene sostanzialmente costante per ciascun tipo di attività e regime di ricovero”, rispettivamente, nell’intorno del 8% per l’attività per acuti in regime ordinario e diurno, del 15% per l’attività di riabilitazione in regime ordinario, del 10% per l’attività di riabilitazione in regime diurno, e del 5% per l’attività di lungodegenza.
Quanto alla remunerazione, negli anni 2010-2015 si può osservare “una graduale riduzione dell’ammontare complessivo, che passa da 30,9 miliardi di euro nel 2010 a 28,8 miliardi nel 2015”. Più in dettaglio, per il 2015 la remunerazione complessiva si attesta a circa 26,3 miliardi di euro per l’attività per acuti (di cui 23,6 miliardi di euro in regime ordinario e 2,7 miliardi di euro in regime diurno), circa 2,1 miliardi di euro per l’attività di riabilitazione (di cui 2 miliardi di euro in regime ordinario e 93,9 milioni di euro in regime diurno), e circa 447,7 milioni di euro per l’attività di lungodegenza; il totale si attesta a circa 28,8 miliardi di euro complessivi. Fra il 2014 ed il 2015 si osserva, per il totale della remunerazione, una diminuzione di circa lo 0,2%.
(Fonte: Adnkronos)