Test di medicina, Consiglio di Stato accoglie ricorso di 250 studenti
Il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di 250 studenti, ammessi alla facoltà di Medicina e chirurgia, dopo essere stati esclusi nel test dello scorso anno accademico (2018-2019). “L’impalcatura del numero chiuso continua a vacillare sotto i colpi delle sentenze”, commenta Consulcesi, network legale che ha curato il ricorso, sostenendo che il pronunciamento del Consiglio di Stato “è la conferma delle tesi che sosteniamo da sempre e cioè che il numero dei posti indicati dagli atenei è di gran lunga inferiore alla loro effettiva capacità ricettiva e che bisogna fronteggiare la carenza dei medici in Italia”.
I legali di Consulcesi pongono l’attenzione sulle motivazioni della decisione del Consiglio di Stato: “Si fondano sul fatto che per l’anno accademico 2019/2020 il ministero ha aumentato di 1600 i posti disponibili”. I Giudici della suprema Corte affermano che “tale aumento non soltanto è̀ indice del sottodimensionamento dei posti sin qui disponibili nell’offerta formativa, ma sembra anche più aderente ai prevedibili fabbisogni sanitari futuri”. Questa sentenza – si legge in una nota – che arriva esattamente alla vigilia degli scorrimenti delle graduatorie (la cui pubblicazione è stata accompagnata da una lunga scia di polemiche per via delle numerose irregolarità che hanno contraddistinto anche questa edizione dei test), mette automaticamente in discussione anche il numero dei posti stabilito per il prossimo anno accademico.
“A questo punto – incalza Massimo Tortorella, presidente di Consulcesi – non si può credere neanche all’esattezza del numero dei posti stabiliti per l’anno accademico 2019/2020. Il diritto allo studio non può essere limitato. La selezione dei più capaci e meritevoli deve essere fatta durante il corso di studi e non affidata alla cabala di quiz commissionati a una società privata. L’esercizio del diritto allo studio deve tornare nella sua sede naturale: le università. Per il momento, in attesa che questo avvenga – conclude – l’unico modo per gli studenti di esercitare il loro diritto allo studio è quello di andare davanti agli organi della giustizia amministrativa”.
(Fonte: Adnkronos)