Tumori del fegato, se ne discute all’ospedale Garibaldi di Catania

di oggisalute | 19 novembre 2016 | pubblicato in Attualità
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“Update sull’Epatocarcinoma. Modello di gestione in rete”. Questo il titolo dell’evento scientifico che si svolte oggi all’ospedale Garibaldi-Nesima di Catania. Direttore scientifico è Maurizio Russello, responsabile dell’Unità operativa semplice di Epatologia e malattie gastroenteriche dell’Arnas Garibaldi.

“Il tumore primitivo del fegato – si legge nel razionale del congresso – è la più frequente e grave complicanza della cirrosi epatica. Accanto all’eziologia virale i fattori metabolici (obesità e diabete mellito tipo 2) e l’alcol rappresentano i principali fattori correlati all’insorgenza del tumore. La sopravvivenza dei pazienti con Hcc è fortemente influenzata dallo stadio della malattia epatica e dal tumore. Infatti i pazienti con una buona riserva funzionale epatica e Hcc singolo o sino a 3 noduli (con diametro massimo di 3 cm) sono suscettibili di trattamenti curativi (resezione chirurgica, termoablazione percutanea, trapianto epatico) e mostrano una sopravvivenza media a 5 anni del 40-­‐70%; mentre la sopravvivenza dei pazienti con cirrosi epatica in stadio avanzato e tumore multifocale (con o senza invasione vascolare macroscopica) non supera i 20 mesi”.

“Questi ultimi pazienti infatti – si legge ancora – hanno indicazione a trattamenti non curativi (chemioembolizzazione o radioembolizzazione transarteriosa, terapia sistemica con Sorafenib). È stato ampiamente dimostrato come la sorveglianza ecografica dei pazienti a rischio influenzi significativamente la trattabilità e quindi la sopravvivenza. In considerazione della complessità del paziente con HCC e della multimodalità dei trattamenti, tutte le linee guida internazionali raccomandano di riferire i pazienti in Centri dove operano team multidisciplinari (epatologo, radiologo interventista, chirurgo, oncologo). Il corso in oggetto si prefigge di delineare percorsi diagnostico-­‐terapeutici tra Centro ospedaliero di riferimento e Centri territoriali, allo scopo di porre diagnosi di epatocarcinoma quanto più precocemente possibile, indirizzando rapidamente il paziente alle cure”.

 

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