Lampuga in salsa di limone
Ingredienti per 4 persone
8 filetti di lampuga di circa gr. 100 l’uno (privati anche della pelle)
pangrattato
5 cucchiai di olio extravergine
sale e pepe q.b.
2 limoni non trattati
Per la salsa
succo di 3 limoni e un terzo di acqua
2 cucchiai di zucchero di canna
sale q.b.
1 cucchiaio di amido di grano
Preparazione
Emulsionare l’olio extravergine di oliva con sale, pepe e la scorza dei limoni grattugiata.
Fare marinare i filetti di lampuga nell’olio aromatizzato, per almeno un’ora.
Sgocciolarli e passarli nel pangrattato, facendoli aderire bene da entrambe le parti, arrotolateli a spirale e sistemateli in una teglia foderata con carta forno.
Metterli nel forno preriscaldato a 180°, per 5/7 minuti.
Preparate la salsa mentre il pesce marina: filtrate il succo di 3 limoni, unite l’acqua, lo zucchero e l’amido.
Cuocere a fuoco basso, sempre mescolando, fino a portarla a una leggera ebollizione per 2 minuti circa.
Disponete la salsa ben calda sul piatto e adagiatevi sopra i filetti cotti.
Rifinite con scorzette di limone, foglioline di menta e servite ben caldo.
Parere del nutrizionista
Tutti i tipi di pesce forniscono all’organismo nutrienti preziosi, dalle proteine con un buon valore biologico ai sali minerali ed omega tre. Uno dei consigli che i nutrizionisti danno più spesso è quello di variare spesso il tipo di pesce consumato.
Il cosiddetto pesce azzurro rientra in quella tipologia che presenta concentrazioni invidiabili di omega-tre, fosforo, iodio e ferro. E’ un pesce molto saportito e costa poco. Appartengono a questa categoria pesci come sarde, sgombri, alici, aguglia, alaccia, cicerello, costardella, lanzardo, pesce sciabola o spatola, spratto, suro e lampuga.
Pesce, olio di pesce e grassi omega-3 hanno un effetto “stabilizzante” sull’eccitabilità delle cellule cardiache, così da rendere meno probabile fenomeni di aritmia. Studi clinici hanno anche dimostrato che, nei soggetti infartuati trattati con una dieta particolarmente ricca di pesce o con capsule di olio di pesce o grassi omega-3, si riduce significativamente il numero dei decessi per morte improvvisa, per aritmia cardiaca o per re-infarto.
Il consumo di alici e sardine, però, andrebbe ridotto al minimo se si soffre di gotta, poichè sono alimenti ad alto contenuto di purine.
Pesce, olio di pesce e grassi omega-3 hanno un effetto “stabilizzante” l’eccitabilità delle cellule cardiache, così da rendere meno probabile fenomeni di aritmia. Studi clinici hanno dimostrato che nei soggetti infartuati trattati con una dieta particolarmente ricca di pesce o con capsule di olio di pesce o grassi omega-3 si riduce significativamente il numero dei decessi per morte improvvisa, per aritmia cardiaca o per re-infarto.