Lo stalking? Puo’ derivare da una gelosia delirante causata da uno squilibrio mentale. E’ il risultato di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori del dipartimento di Medicina clinica e sperimentale dell’Universita’ di Pisa, pubblicato sulla rivista CNS Spectrums della Cambridge University Press. Legati a tale squilibrio sarebbero anche altri comportamenti aggressivi estremi come il suicidio o l’omicidio.
Il fumo fa male non solo al cuore e alle arterie ma puo’ fare “marcire” anche il cervello, danneggiando la memoria e le capacita’ logiche e di apprendimento. Non solo: il rischio di infarto o di ictus e’ “significativamente associato al declino cognitivo”, addirittura fino alla demenza o all’Alzheimer.
Un nuovo studio statunitense ha dimostrato che partecipare a un programma di meditazione di otto settimane puo’ avere effetti misurabili sul cervello anche quando non si e’ piu’ attivamente coinvolti nella meditazione.
Per almeno un’ora alternare tre minuti di intenso sforzo fisico a tre minuti di stimoli intellettivi. Sono i test condotti nell’ambito di una ricerca delle Universita’ di Verona, Losanna e Liverpool finalizzata ad elaborare una nuova metodologia che consenta di ottimizzare la prestazione fisica degli atleti utilizzando particolari aree cerebrali legate alla gestione della fatica.
Anche bere alcolici con moderazione potrebbe diminuire il numero di nuove cellule cerebrali che si formano da adulti. Lo studio della Rutger University è stato pubblicato sulla rivista ‘Neuroscience’. Secondo gli scienziati, bere in modo moderato, o addirittura darsi al binge drinking puo’ ridurre significativamente l’integrita’ strutturale del cervello adulto. “Bere con moderazione può trasformarsi in bing drinking senza che la persona se ne accorga.
Le cellule staminali neurali una volta trapiantate nel cervello producono mielina, la sostanza isolante che ricopre i neuroni, e a un anno dall’iniezione sembrano essere sicure e non produrre effetti indesiderati. Lo affermano i risultati preliminari di un trial di fase 1 pubblicati dalla rivista Science Translational Medicine.
Conoscere meglio il cervello ma anche ‘dialogare’ con i neuroni. E’ questo l’utilizzo di un microchip di silicio, a forma d’ago, impiantabile nel cervello.
Proviene dal National Institute of Health (NIH) del Maryland, la Risonanza Magnetica 7 Tesla appena consegnata al Centro di Ricerca Neuromed di Pozzilli (Isernia), seconda in Italia e 18esima in Europa. Lo strumento consentirà nuove ricerche scientifiche avanzate sul cervello, permettendo di approfondire problematiche impossibili da studiare con gli strumenti disponibili fino a oggi.
L’uso della cannabis danneggia il cervello degli adolescenti e ne provoca il declino neurologico. Lo dimostra una ricerca condotta su oltre mille individui nati fra il 1972 e il 1973 in Nuova Zelanda.
E’ possibile agire durante il sonno per far apprendere nuove informazioni a chi dorme. Informazioni che si ‘ripresenteranno’ inconsciamente quando il soggetto è sveglio.
Gli apporti nutritivi durante la gravidanza possono trasformarsi in depositi di grasso che aumentano il rischio obesità del bambino oppure possono mutarsi in risorse che accrescono il cervello.
Un intervento innovativo ha salvato un bimbo di 13 mesi, affetto da un’estesa fistola artero-venosa durale congenita, che gli causava alterazioni cerebrali ritardando la normale maturazione del cervello.
Il parto naturale aumenta i livelli di una proteina fondamentale per lo sviluppo del cervello, mentre il cesareo no. Lo ha scoperto uno studio dell’Università di Yale.
Identificate serie di mutazioni genetiche responsabili di un tumore al cervello comune nei bambini. Si tratta del medulloblastoma, il cancro cerebrale maligno più diffuso tra i bimbi durante l’infanzia.
Scoperta una mutazione genetica che può aiutare naturalmente a prevenire l’Alzheimer. La mutazione, la prima mai trovata che protegge dalla malattia, risiede in un gene che produce le App (amyloid-I precursor protein) che hanno un ruolo sconosciuto nel cervello e sono da tempo sospettate di essere responsabili della patologia.
La meditazione ha positivi effetti sul cervello, aumentando la connettività tra i neuroni. E’ quanto suggerisce un nuovo studio effettuato dai ricercatori americani della University of Oregon.
L’ansia “paralizza” il cervello delle donne, al punto che anche attività apparentemente semplici diventano improvvisamente difficili, come barriere insormontabili. E’ quanto dimostra uno studio della Michigan State University pubblicato sull’International Journal of Psychophysiology.
Una dieta troppo ricca di fruttosio rende “stupidi”. E’ quanto emerge da una ricerca condotta sui ratti dalla University of California, Los Angeles, e pubblicata sul Journal of Physiology. Secondo lo studio, un eccesso di zuccheri rallenta costantemente il cervello, ostacolando la memoria e l’apprendimento.
Da tempo gli scienziati sospettano che gli esseri umani non vedono il mondo in maniera continua, ma in rapidi “scatti” isolati che messi in fila ci danno l’impressione di una visione continua. Ora, un nuovo studio dei ricercatori dell’University of Glasgow in Scozia
rivela che il corpo umano effettivamente fa esperienza della realtà in brevissimi cicli ritmici di attività cerebrale.
Un singolo gene ancestrale ha generato, duplicandosi, l’evoluzione del nostro complesso cervello milioni di anni fa, quando i nostri antenati si differenziavano dagli australopitechi. La duplicazione del gene, rallentando lo sviluppo individuale del cervello, ha dato
ai neuroni il tempo necessario per svilupparsi meglio e produrre più connessioni.
Nasce in Sicilia una «rete» tra l’assessorato della Salute, l’associazione italiana sclerosi multipla (Aism), i neurologi specializzati in sclerosi multipla e i pazienti con i loro familiari: